Macerata

Annata difficile per la Mela Rosa dei Sibillini, raccolta in calo per crisi climatica. Neri (UnivPm): «Frutto simbolo dell’entroterra»

Il cambiamento climatico si è abbattuto anche sulla Mela Rosa dei Sibillini causando un calo di produzione del frutto autoctono dei Sibillini

Gustosa e perfetta per molte ricette, la Mela Rosa dei Sibillini viene impiegata non solo in cucina, ma anche nella cosmesi. La raccolta del frutto tipico dei Monti Sibillini, iniziata ai primi di ottobre è inferiore alle attese a causa di una serie di eventi collegati al cambiamento climatico che hanno danneggiato anche altri frutteti e i vigneti.

La Mela Rosa dei Sibillini è una varietà autoctona, che si raccoglie più tardivamente rispetto alle altre e che si conserva per lunghi mesi, fino ad aprile. Si tratta di una specie antica, biologica, di cui si hanno le prime testimonianze addirittura in epoca romana. Viene coltivata tra i 450 e i 900 metri di altezza tra le province di Macerata, Fermo ed Ascoli Piceno.

La coltivazione di questa mela era stata quasi completamente abbandonata, ma da qualche anno la varietà, di cui era rimasto solo qualche vecchio albero, è stata reintrodotta sul territorio dalla Comunità Montana dei Sibillini attraverso gli ecotipi conservati nei centri di ricerca dell’ex Assam.

Una mela piccola, ma dal gusto dolce e molto succosa, divenuta Presidio Slow Food nel 2008, che oggi viene coltivata da 11 produttori in un’area che comprende i comuni di Amandola, Comunanza, Force, Montedinove, Montefalcone Appennino, Montefortino, Montelparo, Montemonaco, Rotella, Santa Vittoria in Matenano e Smerillo.

Lucrezia Geminiani, produttrice Mela Rosa dei Sibillini

A Montalto delle Marche e a Montedinove, dove ogni anno a fine ottobre si tiene un festival dedicato alla Mela Rosa, Lucrezia Geminiani coltiva questo frutto portando avanti la tradizione. La produttrice di Campagna Amica Coldiretti e di Slow Food, spiega che nei due frutteti, uno da 8mila piante e l’altro da 3mila «c’è un calo di produzione di circa il 30% rispetto all’anno scorso». L’imprenditrice ci spiega di aver dotato gli impianti di reti antigrandine a protezione delle piante, diversamente il calo produttivo sarebbe stato anche maggiore.

Un frutto, la Mela Rosa, di cui non si butta via niente, come nella migliore tradizione rurale marchigiana. «Portiamo le bucce del frutto ad un laboratorio di cosmesi che vi ricava bagno doccia, crema viso e crema mani, è proprio nella buccia – spiega – che sono custodite le proprietà del frutto che coltiviamo con metodo biologico».

Una produzione importante di Mela Rosa si trova anche nel comune di Monte San Martino, nel maceratese, dove è appena terminata la raccolta del frutto con la tradizionale festa. Nel piccolo comune da 18 anni viene organizzato con successo e grande partecipazione un convegno con l’Università Politecnica delle Marche proprio sulla Mela Rosa dei Sibillini.

Il prof Davide Neri, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche

Il calo di produzione della Mela Rosa dei Sibillini spiega il professor Davide Neri, direttore del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali dell’Università Politecnica delle Marche «è dovuto alla crisi climatica che ha portato a diverse situazioni avverse» dalla «gelata avvenuta in piena fioritura» in primavera. che ha danneggiato i fiori che poi sarebbero divenuti frutti, fino al «lungo periodo di piogge tra maggio e giugno, che ha portato alla ‘ticchiolatura’, una malattia fungina del melo».

A questo si sono aggiunte le temperature roventi che hanno caratterizzato l’estate e che «hanno impedito ai frutti di diventare grandi» un caldo che è proseguito poi anche nei mesi di settembre e ottobre e che ha caratterizzato anche la prima settimana di novembre, causando l’infestazione delle Mele Rosa da parte del verme della mela. «Questi andamenti anomali – prosegue il professor Neri – oltre a determinare una ridotta produzione, causano frutti più piccoli e dalla forma meno regolare, con un colore della buccia che tende più al verde invece che al rosa, colore determinato dal freddo notturno che ancora non c’è stato».

La Mela Rosa «è un frutto resiliente e robusto e la pianta si sta già preparando per avere una buona produzione l’anno prossimo. Questo frutto è patrimonio e simbolo del nostro entroterra – conclude -, è la mela più resistente alla pressione del cambiamento climatico».

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