«Comprendiamo che le Autorità preposte a livello territoriale non possono interpretare a piacimento disposizioni che debbono essere coordinate e chiarite dal Governo, dai Ministeri competenti o dallo stesso Parlamento. Sul piatto della bilancia mettiamo anche però le attese delle nostre imprese e le legittime aspettative delle persone che chiedono di poter fruire di servizi per i quali il rapporto fiduciario è alla base. Insomma questo è un tempo di distanziamento personale ma non distacco dalla fiducia». Sono le considerazioni di Paolo Silenzi, presidente della CNA di Fermo, che commenta la lettera di richiesta che la CNA Nazionale ha indirizzato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
«La nostra Confederazione ha, da subito, manifestato la necessità di consentire gli spostamenti tra comuni contigui e limitrofi – scrivono il presidente nazionale CNA Daniele Vaccarino e il segretario generale Sergio Silvestrini -. Ciò allo scopo di raggiungere le imprese artigiane che offrono servizi rivolti alla persona e, più in generale, alla comunità. Attività – si pensi a quella svolta dall’acconciatore o dall’autoriparatore – che, per loro natura, organizzazione e modalità di estrinsecazione del lavoro, non presuppongono la compresenza di più persone, né ingenerano di certo assembramenti. Senza contare, tra l’altro, che il proprium delle accennate attività risiede nel rapporto di fiducia che, ordinariamente, si instaura fra artigiano e cliente e nella qualità del servizio reso».
«Bene hanno fatto i nostri esponenti nazionali – sottolinea ancora il direttore della Cna di Fermo Alessandro Migliore – a rappresentare in particolare il tema delle “Regioni arancioni” dove vige il divieto di spostamento tra comuni salvo che per i motivi di lavoro, salute o necessità oppure per usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune».
«Aspettiamo con fiducia – conclude Silenzi –. Come CNA abbiamo chiesto che sia formalmente riconosciuta la possibilità di compiere spostamenti tra comuni contigui e limitrofi per raggiungere attività artigiane di servizi alla persona e alla comunità. Occorre fissare un criterio normativo più elastico e coerente con le caratteriste della dislocazione geografica dei nostri centri abitati se si vuole assicurare ai cittadini l’interesse a godere dei servizi essenziali esercitati, nella stragrande maggioranza dei casi, dalle anzidette attività artigiane, a fronte di una utenza giocoforza intercomunale. Questo, con ogni evidenza, utilizzando, per gli spostamenti, il prescritto modulo di autocertificazione».
Anche la CNA di Macerata è intervenuta sul tema con una richiesta indirizzata al presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli. «Occorre al più presto riconoscere formalmente ai cittadini la possibilità di compiere spostamenti tra comuni limitrofi o contigui per raggiungere le attività artigiane di servizi alla persona – ha detto il direttore Luciano Ramadori -. Crediamo che, nella piena osservanza dei protocolli di sicurezza, i cittadini possano recarsi da artigiani di fiducia che non svolgono attività in grado di determinare assembramenti ma che lavorano su prenotazione. Non per nulla si sta assistendo in molte zone d’Italia alla proliferazione di provvedimenti amministrativi mirati a mitigare i divieti di spostamento».
«Va tenuto conto dell’elevato numero di piccoli e piccolissimi comuni presenti nella nostra provincia e la particolare orografia del nostro territorio che rendono pressoché inevitabile l’interazione economico-sociale tra comunità separate politicamente ma non geograficamente – ha concluso Ramadori -. Si rende pertanto urgente un intervento immediato del Governo centrale e della Giunta regionale per fare chiarezza e dare qualche opportunità in più agli artigiani».