APPIGNANO – Era il 13 luglio del 2020 quando i carabinieri della locale Stazione effettuarono un controllo in un casolare nelle campagne di Appignano. Per quanto ne sapevano, quell’abitazione era disabitata ma i vicini da qualche tempo avevano riferito di aver notato movimenti notturni insoliti da e verso il casolare. Un via vai sospetto sia per i modi che per i tempi, non compatibile con festicciole private estive. Così la mattina presto (non erano ancora le 8.30) il comandante di Stazione e un collega sono andati a controllare. Al loro arrivo hanno trovato un giovane all’interno dell’abitazione mentre, sotto, c’erano diverse piantine di marijuana posizionate al sole.
In totale al giovane, un 36enne di Pollenza titolare di un bar in provincia, è stata contestata la coltivazione di 29 piantine dello stupefacente. Oggi 10 maggio nei suoi confronti si è celebrata l’udienza preliminare. L’imputato, tramite l’avvocato Mirela Mulaj, aveva chiesto di procedere con rito abbreviato e il giudice Giovanni Maria Manzoni all’esito della camera di consiglio lo ha condannato a sei mesi di reclusione, pena sospesa, come chiesto dal pubblico ministero Claudio Rastrelli.