MACERATA – Nuove scoperte al Parco archeologico di Urbs Salvia e alla villa romana di Villamagna. Sono venute alla luce le tracce di un’area industriale, in particolare di una forgia per la lavorazione del ferro, legata all’arrivo dei primi abitanti dell’area che alla fine del terzo secolo a.C. occuparono il sito dove sorgerà prima la colonia di Pollentia, alla fine del secondo secolo a.C., e quindi, in età imperiale, il centro urbano di Urbs Salvia. Questo è il risultato delle annuali campagne di scavo condotte dall’équipe del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata, guidata da Roberto Perna e composta anche da oltre 30 studenti dell’Ateneo.
«La scoperta – sottolinea Perna – mostra come i primi romani arrivarono e si organizzarono nel territorio. I livelli di occupazione successivi documentano lo sviluppo della città nel corso del tempo. Lo scavo ha riportato alla luce una sequenza più che rara nel suolo marchigiano di imponenti fasi edilizie, tutte legate alla piazza del foro». Ad Urbs Salvia, su concessione e in collaborazione con la Direzione regionale musei Marche, in particolare sotto la guida dalla direttrice del parco Sofia Cingolani, è stata indagata l’area nord del foro. «La scoperta di fasi così importanti della vita dell’insediamento – spiega Cingolani – consentirà di ampliare e arricchire l’esperienza di visita, come recentemente realizzato con la ricostruzione virtuale alle fornaci, offrendo nuove opportunità di crescita sociale, economica e culturale».
Lo scavo è parte di un processo più ampio di valorizzazione, oggi garantito dalla Direzione regionale musei, ma esito dell’azione di diversi enti e soggetti. «La realizzazione del Piano di gestione affidato all’Università di Macerata – puntualizza il rettore John McCourt – dimostra come la ricerca debba essere alla base dei progetti e delle politiche di sviluppo del territorio. Solo a partire dalla conoscenza si possono regolare e indirizzare in maniera attiva e consapevole i processi stessi». «Il Comune di Urbisaglia sostiene da anni lo scavo dell’Università proprio perché è un’opportunità di crescita per il territorio – rimarca il sindaco Paolo Giubileo -. In collaborazione con la Drm e con la Soprintendenza Marche Sud lavoriamo per la fruizione del patrimonio culturale».
A Villamagna sono state riportate alla luce ampie porzioni dell’imponente complesso la cui vita, iniziata in età repubblicana, si conclude solo nel sesto secolo d.C. e, come ricordato ancora da Perna, “le indagini stanno confermando la monumentalità della struttura, della quale sono emerse parti importanti delle terme, e dimostrano come la sua vita vada in parallelo con quella della città alla quale si sostituisce come centro di servizio proprio intorno al quinto secolo d.C.”
«La ricerca archeologica in quest’area, nella quale è già stata documentata non solo la produzione del vino, ma, caso raro, anche quella della birra – ricorda Francesco Pizzimenti, referente per gli aspetti di tutela archeologica della Soprintendenza per le province di Ascoli, Fermo e Macerata – dimostra la ricchezza di questo territorio e l’importanza del lavoro di tutela e valorizzazione che siamo chiamati a svolgere in funzione di uno sviluppo equilibrato e sostenibile». La Villa si trova nel cuore della Riserva Naturale Abbadia di Fiastra. «La sua collocazione al centro dei percorsi pedonali e ciclabili – sottolinea il presidente della Fondazione Giuseppe Sposetti – offre un’importante occasione di valorizzazione alla Riserva. Le attività di ricerca sono imprescindibili per un progetto di musealizzazione e fruizione dell’area».