Macerata

Associazione di storia contemporanea, 14 anni di promozione della cultura storica

Fondata dal professor Marco Severini, docente di Storia dell’Italia contemporanea presso l’Università di Macerata, conta più di 500 iscritti e 130 pubblicazioni

Il Professor Marco Severini

ANCONA – Informazione, ricerca, confronto e promozione della cultura storica. Sono le attività messe in campo dall’Associazione di Storia Contemporanea, fondata dal professor Marco Severini, docente di Storia dell’Italia contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Macerata. «L’Associazione è nata quattordici anni per avvicinare alla storia contemporanea i giovani, in primis, e qualunque altra età interessata a conoscere un’idea moderna e propositiva della storia: non più quella puramente nozionistica che molti di noi hanno conosciuto sui banchi di scuola – dice -, ma una scienza che si confronta in continuazione con le sfide della realtà».

L’Associazione conta più di 500 iscritti e 130 pubblicazioni. «La storia è una disciplina che si colloca alla convergenza tra scienze umanistiche e sociali, ma non disdegna di dialogare con altre discipline dello scibile umano. L’attività sociale – spiega Severini – si esprime tramite convegni, presentazioni e iniziative pubbliche ed ha i suoi principali strumenti nella rivista (“Il materiale contemporaneo”) e nel marchio editoriale (1797 edizioni): strumenti, è bene sottolineare, aperti a tutti. Il principale scopo è quello di coinvolgere i soci in una dimensione di incontro, dialogo e partecipazione; e di conoscenza della ricerca storica in quanto dimensione scientifica. Tutto ciò comporta un notevole impegno».

Raggiunto il traguardo dei 14 anni sono diversi i progetti in cantiere: «A marzo uscirà la sesta e ultima edizione cartacea del “Dizionario biografico delle donne marchigiane 1815-2025”, un’opera che ancora viene richiesta in Italia come all’estero, strutturata secondo criteri scientifici, ma scritta con un linguaggio accessibile a tutti. Solo la Lombardia e la Sicilia – spiega – dispongono di strumenti analoghi, ma si sono limitate ad una edizione: noi siamo alla sesta e, per il futuro, pensiamo di rendere il “Dizionario” online. Per maggio usciranno poi altri due libri sulla storia delle donne, mentre a settembre sarà la volta del VII convegno internazionale di studi odeporici: un progetto iniziato nel 2012, lungo 15 anni, che ricostruisce la contemporaneità dall’ottica del viaggio e dello spostamento, di viaggiatrici e viaggiatori. Abbiamo, inoltre, i nostri appuntamenti fissi sul territorio nazionale: uno dei più importanti è a maggio il Salone Internazionale del Libro di Torino».

Qual è l’evento con più grande impatto sulle comunità mondiali? E per l’Italia? «Di eventi con grande impatto ce ne sono diversi. La politica ha mantenuto il suo appeal, anche in tempi in cui va a votare un italiano su due. La storia delle donne e quella dei viaggi hanno registrato un successo crescente. Direi che c’è anche un certo ritorno verso la storia locale, soprattutto in un’epoca come l’attuale in cui molti soggetti scrivono di storia: e non tutti hanno conoscenze, metodo e rigore adeguati».

Guerre soprattutto: cosa c’è da aspettarsi in questo 2025? «Siamo arrivati a 56 tra guerre e conflitti nel mondo, il numero più alto dalla fine della seconda guerra mondiale. Però non sempre i libri di storia sulle guerre trovano un adeguato riscontro nel pubblico, anche perché con l’ultima trasformazione digitale (praticamente dal 2008 ad oggi) si sono moltiplicati riviste, siti e social che affrontano questo tema, spesso in maniera spicciola, quasi trasandata. Personalmente trovo estremamente più stimolante trattare, da una parte, i temi della pace e della nonviolenza e, dall’altra, le figure e le vicende che si sono perdute nell’immaginario collettivo: quando uno storico scrive qualcosa di inedito e innovativo porta un contributo significativo allo sviluppo della conoscenza».

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