ANCONA – L’intelligence americana ha evidenziato un’escalation di interferenze straniere nella sfida elettorale tra Trump ed Harris per la presidenza degli Stati Uniti. In particolare, gli 007 hanno denunciato la diffusione di disinformazione negli Stati in bilico. La Russia sarebbe stata individuata come la minaccia maggiore dalle agenzie di intelligence.
«Russia e Cina hanno un ruolo importante, ma anche realtà e gruppi territoriali sono portatori di interessi in termini di interferenze nelle elezioni americane – dichiara il professor Emanuele Frontoni, ordinario di Informatica all’Università di Macerata e co-director del VRAI Vision Robotics & Artificial Intelligence Lab -, C’è un fronte interno molto ampio e ci sono interessi anche da parte di economie legate alle armi ed al petrolio. Oggi è tutto amplificato perché è più facile interferire sull’esito di una elezione con i social media e con l’Intelligenza Artificiale».
L’esperto evidenzia che le campagne di disinformazione vengono condotte anche con il supporto «dell’Inltelligenza Artificiale, utilizzata per produrre contenuti testuali, immagini e video, che poi vengono postati sui social media. L’Intelligenza Artificiale ha decuplicato la capacità di produrre contenuti che sembrano realistici e che su un tessuto sociale poco abituato a riflettere riescono ad attecchire più facilmente».
Frontoni non demonizza la tecnologia evidenziando che i contenuti vengono utilizzati «dagli esseri umani per fare disinformazione, nell’apparente disattenzione da parte delle grandi piattaforme». Quello delle interferenze è un fenomeno nuovo, legato essenzialmente all’era digitale o anche in passato si sono verificate interferenze e con quali strumenti? «Il concetto di fake news non è nuovo, anche storicamente si sono registrate false notizie, ma oggi l’Intelligenza Artificiale ha amplificato quantitativamente e in termini di velocità la produzione di contenuti disinformativi».
Per l’esperto si tratta «una sfida per le democrazie. Abbiamo condotto numerose ricerche per capire quanto può essere prevedibile il risultato di un’elezione analizzando i dati dei social media ed è emerso che la previsione si avvicina molto all’esito reale. Oggi l’influenza dei social media sulla politica è quasi totalizzante. Mettendo sul piatto della bilancia la carta stampata con i giornali web e i social media, questi ultimi – dice – mostrano di avere un impatto estremamente ampio».
L’altro aspetto evidenziato dal professor Frontoni è che le elezioni americane segnano il passaggio «da una disinformazione ‘testuale’ ad una multimediale: se prima circolava un testo con una notizia falsa, oggi si diffondono video e immagini che narrano notizie false, prodotti dall’IA generativa. La ricerca sta lavorando per creare algoritmi che consentano di comprendere se un contenuto è vero o falsificato. Il ruolo dei giornalisti – conclude – resta di grande attualità nella verifica delle fonti, Poi occorre dare ai cittadini una base culturale che permetta loro di riconoscere le informazioni false».