Macerata

Nuovi corsi di laurea in Medicina nelle Marche, Cisl Marche: «C’è il rischio di costi elevati e disparità»

I corsi potrebbero essere attivati a Fano, Ascoli e Macerata. I dubbi di Cgil Marche, Flc Cgil Marche e Adi: «Quella che viene rappresentata come un'opportunità può disgregare il sistema universitario regionale»

aula, università
(Foto di Wokandapix da Pixabay)

Per le Marche potrebbe aprirsi una nuova opportunità formativa: la Link Campus University, università privata con sede a Roma, ha proposto l’apertura di due nuovi corsi di Medicina nelle Marche per l’anno accademico 2025/2026.

Nello specifico, si tratta di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia da attivare a Fano ed Ascoli e la laurea magistrale in Odontoiatria e Protesi dentaria su Macerata. Per il via libera è necessario l’ok della Regione Marche. Non mancano però già polemica.

«La Cisl Marche esprime la necessità di aprire con urgenza un tavolo di confronto con la Regione Marche, l’Università Politecnica delle Marche e successivamente con la Link University in merito ai nuovi corsi di laurea in Medicina e Chirurgia che l’Ateneo privato di Roma intende attivare a Fano, Ascoli Piceno e Macerata», sostiene la Cisl Marche in una nota firmata da Selena Soleggiati e Marco Ferracuti.

E ancora: «La proposta di espandere l’offerta formativa attraverso la creazione di nuovi corsi rappresenta senza dubbio un’importante opportunità per il territorio e per i giovani marchigiani e di tutto il centro Italia. Tuttavia, la Cisl Marche ritiene indispensabile un approfondimento sulla questione, in quanto emergono diverse criticità che non possono essere trascurate, come ad esempio il rischio di costi elevati e disparità oltre a generare conseguenze rilevanti sull’offerta formativa delle università pubbliche. È fondamentale verificare che l’apertura di questi corsi avvenga nel rispetto di standard qualitativi adeguati e senza compromettere l’equilibrio del sistema universitario regionale».

Su simile lunghezza d’onda Cgil Marche, Flc Cgil Marche e Adi: «Quella che viene rappresentata come una grande opportunità e una straordinaria occasione di crescita preoccupa fortemente la Cgil Marche e l’Adi che credono invece che ciò possa contribuire a disgregare ulteriormente il sistema universitario regionale».

La nota prosegue così: «Da non dimenticare il recente allarme lanciato dai rettori degli atenei marchigiani, preoccupati per il taglio del fondo di finanziamento ordinario e dalla mancanza di risorse in legge di bilancio; tagli che rischiano di indebolire ulteriormente il sistema universitario regionale». E poi: «La formula magica di questo Governo per risolvere il problema dell’inverno demografico e del diritto allo studio non è finanziare in maniera adeguata il sistema universitario affinché non si debbano aumentare le tasse per gli studenti, non è finanziare il diritto allo studio affinché tutti abbiano sul territorio nazionale le stesse possibilità di intraprendere un percorso di alta formazione. Piuttosto, il Governo punta a  drenare risorse pubbliche per agevolare la crescita di una formazione affidata a soggetti privati, che in nome del rendimento produttivo, seguono logiche di mercato che, in uno stato di diritto, non dovrebbero nemmeno sfiorare l’istruzione ponendosi in palese contrasto con i principi costituzionali».

Cgil Marche, Flc Cgil Marche e Adi concludono: «Alla Regione Marche e a tutti coloro che hanno a cuore una formazione di qualità sul territorio chiediamo di non assecondare queste logiche, di non mettere in crisi il sistema universitario marchigiano, di garantire il diritto allo studio di studentesse e studenti, di investire negli atenei delle Marche che sono un patrimonio da salvaguardare e sostenere».

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