Macerata

Protesi per disabili, organizzazioni di categoria contro l’Ast di Macerata: «Un grave disservizio»

L’Unione di categoria Sanità di Confapi Industria Ancona, Assortopedia e Fioto denunciano conseguenze per i cittadini della provincia di Macerata e ricadute occupazionali per otto aziende ortoprotesiche marchigiane a seguito di una gara pubblica

L'ospedale di Macerata

MACERATA – Un grave disservizio per tutte le persone della provincia di Macerata che necessitano di protesi, ortesi e ausili per disabili e pesanti ricadute su otto aziende ortoprotesiche marchigiane che si trovano costrette a ridimensionare il proprio organico o persino chiudere l’attività a causa di una procedura di gara a evidenza pubblica indetta dall’Azienda Sanitaria Territoriale AST di Macerata: è quanto denunciano l’Unione di categoria Sanità di Confapi Industria Ancona, Assortopedia – Associazione Nazionale delle Aziende Ortopediche, e Fioto – Federazione Italiana degli Operatori in Tecniche Ortopediche.

Sotto i riflettori è un appalto dell’AST di Macerata per l’affidamento del servizio di gestione, fornitura di protesi, ortesi e ausili per disabili. «Una procedura in netta contrapposizione all’accordo quadro regionale approvato con DGR 957/2023: un listino tariffario degli ausili tecnici per disabili, adottato dalla regione Marche in accordo con le Organizzazioni di categoria, perché in grado di salvaguardare quei principi di universalità ed equità su cui poggiano i LEA Livelli essenziali di assistenza», fanno sapere le organizzazioni di categoria.

Nel solco di questi principi, la Regione Marche, dopo un lungo lavoro condotto con le Organizzazioni di categoria, ha definito nel 2023 un tariffario regionale di riferimento, con l’obiettivo sia di mantenere un servizio efficace di distribuzione e post-immissione in servizio dei dispositivi protesici – allineando le tariffe con quelle vigenti in altre regioni italiane – sia di garantire una distribuzione capillare con elevati standard di qualità e servizio di quelle aziende ortoprotesiche accreditate con il SSR Servizio Sanitario Regionale . 

«Ora invece, la decisione dell’AST di Macerata vanifica gli sforzi congiunti delle parti coinvolte nel garantire un’assistenza protesica efficiente ed equa per gli utenti disabili del SSR, non solo inficiando gli accordi preesistenti, ma comportando anche un rallentamento nell’accesso alle prestazioni protesiche da parte degli assistiti della provincia di Macerata, con conseguente aumento delle disuguaglianze nell’assistenza sanitaria».

«Una recente indagine realizzata da Confindustria Dispositivi Medici e presentata al 51esimo congresso della Società italiana di medicina fisica e riabilitativa (Simfer) ha messo in evidenza l’inadeguatezza dello strumento di gara quale modalità di erogazione di ausili protesici, soprattutto in termini di tempi di attesa della fornitura, di carenza di preventiva valutazione clinica del contesto abitativo, lavorativo o scolastico dell’assistito; e spesso di integrazione tariffaria a carico dell’utente quando la scelta finale ricade su un ausilio più performante rispetto a quello messo a gara», sottolinea Natascia Properzi, delegata Fioto Marche, Federazione Italiana degli Operatori in Tecniche Ortopediche.

«Ci si domanda, allora, perché la AST di Macerata, pur consapevole delle ricadute negative che avrebbero coinvolto in primis l’utenza, pur disponendo di uno strumento tariffario regionale ad hoc che avrebbe consentito una erogazione diretta, uniforme e capillare sul territorio, abbia scelto forniture al massimo ribasso attraverso un unico aggiudicatario», ribadiscono le organizzazioni di categoria.  

«L’inadeguatezza delle gare applicate all’Assistenza Protesica è evidente su tutto il territorio nazionale. Lo strumento gara compromette ogni volta l’appropriatezza dell’ausilio fornito all’Utente e non garantisce affatto il risparmio che viene ogni volta annunciato», sostiene Michele Clementi, direttore di Assortopedia – Associazione Nazionale delle Aziende Ortopediche.

E le ricadute dirette di questa procedura pubblica vengono evidenziate anche per quanto riguarda le aziende del settore: «Otto aziende ortoprotesichedel nostro territorio, infatti,  si trovano ora nella condizione di dover licenziare almeno metà del proprio personale non potendo erogare le forniture ortoprotesiche: non hanno partecipato alla gara in oggetto perché veniva meno all’accordo tariffario siglato tra le Organizzazioni di categoria e la Regione Marche e approvato con DGR 957/2023», puntualizza Mario Neri, Presidente Sanità di Confapi Industria Ancona.

«Esprimiamo il nostro profondo disappunto sulla procedura pubblica in oggetto non solo perché non garantisce la continuità e la qualità del servizio ai cittadini utenti del SSR, ma anche per la modalità con cui è stata condotta», conclude Mario Neri. «In una prima versione riportava codici ISO e descrizioni non più vigenti dal luglio 2023 e in una seconda versione, riservata solo alle aziende che avevano partecipato, era stato modificato e ampliato l’oggetto di gara, escludendo le strutture non partecipanti da una gara pubblica. In conclusione, riteniamo grave la condotta di questa procedura così come le conseguenze per gli utenti disabili del territorio e per le aziende ortoprotesiche che saranno costrette a chiudere o a un forte ridimensionamento».