RIGOPIANO – Sono passati otto anni dalla tragedia di Rigopiano, la valanga killer che travolse l’hotel di Farindola, ai piedi del versante pescarese del Gran Sasso, in Abruzzo, alle 16.49 del 18 gennaio 2017, strappando alla vita 29 persone (delle 40 rimaste intrappolate), tra le quali Emanuele Bonifazi, 31 anni, e Marco Tanda, 25.
Entrambi maceratesi, Emanuele, di Pioraco, era il receptionist del lussuoso resort, mentre Marco, di Castelraimondo, era un pilota di aerei Ryanair e si trovava in vacanza insieme alla fidanzata Jessica Tinari.
La commemorazione
A causa delle avverse condizioni climatiche e delle nevicate in corso in quota, il comitato vittime di Rigopiano ha condiviso la pericolosità di recarsi nel sito e quindi la necessità di prevenire ogni eventuale criticità spostando la sede. L’ottava cerimonia commemorativa si è svolta dunque all’interno della chiesa di San Nicola di Bari di Farindola.
Alle 15 i familiari delle vittime si sono ritrovati al bivio Mirri di Farindola, da lì è partita la fiaccolata che è arrivata fino alla piazza davanti alla chiesa. Dopo tre squilli di tromba, è stato intonato il silenzio militare, e al termine è stato possibile entrare in chiesa.
Prima della messa, al comitato vittime di Rigopiano sono state consegnate dal prefetto di Pescara Flavio Ferdani e dal sottosegretario del Ministero dell’Interno Emanuele Prisco le fasce del presidente della Repubblica e del consiglio dei ministri. Presente inoltre il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio. Alla fine della celebrazione eucaristica, sono usciti nuovamente nella piazza antistante, dove sono stati scanditi i nomi delle vittime. Poi i familiari hanno lasciato volare 29 palloncini bianchi, mentre il Coro Pacini di Atri intonava “Signore delle cime”.
Anche a Pioraco, suo paese d’origine, oggi si ricorderà Emanuele Bonifazi, alle 17.30, nella chiesa della Madonna della Grotta verrà celebrata una messa.
Il processo
Giustizia non è ancora stata fatta per i 29 angeli di Rigopiano, il processo non si è concluso, il dolore dei familiari ogni volta si riaccende, più forte che mai. La Corte di Cassazione, ad inizio dicembre, ha reso definitiva la condanna ad un anno e otto mesi per l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, accusato di rifiuto di atti di ufficio e falso.
Appello bis per sei dirigenti della Regione Abruzzo all’epoca dei fatti, che erano stati assolti nei due gradi di giudizio precedenti. Nuovo processo di appello anche per l’ex sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta. Sono attese per fine febbraio o per inizio marzo le motivazioni della sentenza.