Macerata

Macerata, turismo sostenibile e valorizzazione dei beni culturali per il rilancio delle zone interne

Confronto oggi all’Università di Macerata tra docenti, professionisti, esperti e operatori. Il rettore McCourt: «Siamo impegnati per sviluppare progetti di valorizzazione anche in chiave europea»

Università di Macerata, foto ufficio stampa

MACERATA – Quali sono le competenze, le professionalità, le strategie più efficaci e opportune per il recupero economico, sociale e culturale delle zone colpite dal sisma, e, più in generale, delle aree interne e fragili marchigiane spesso caratterizzate da squilibri e crisi? Intorno a questo interrogativo si sono riuniti oggi al Polo Bertelli professionisti, esperti e operatori per confrontarsi con i docenti e gli studenti dei corsi di beni culturali e turismo dell’Università di Macerata.

«Questa regione ha tante potenzialità da valorizzare tramite sinergie tra pubblico e privato nonché tra le quattro università – ha sottolineato il rettore John McCourt –, La nostra università è molto impegnata per cercare di sviluppare progetti di valorizzazione anche in chiave europea, facendo massa critica con atenei internazionali come quelli dell’alleanza Erua. I nostri corsi sono a disposizione e per noi è importante confrontarsi con gli attori del territorio per capire quali competenze servano. La regione ha bisogno di laureati e specializzati per crescere. L’internazionalizzazione della chiave turistica è assolutamente importante, come dimostrato il recente articolo del The Guardian che parla delle Marche in modo molto positivo. Ma permangono problemi di collegamenti, trasporti e carenza di strutture alberghiere».

Come ha spiegato la docente Barbara Marucci, delegata al placemet, del Dipartimento di Scienze della formazione, beni culturali e turismo, «la ricostruzione rappresenta un’occasione anche per gettare le basi di accordi di collaborazione con l’Università di Macerata, che può mettere a disposizione competenze in materie sociali, umanistiche ma anche giuridiche ed economiche».

Concorde anche il Commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli. «Abbiamo bisogno di competenze imprenditoriali e di progettazione che l’Università deve presidiare. Dobbiamo investire sull’accoglienza nei luoghi della ricostruzione».

All’interno dello stesso Dipartimento, il patrimonio culturale è oggetto di studi, «ma riveste anche un potenziale alto in termini economici e di inclusione sociale», ha sottolineato la direttrice Lorella Giannandrea.

Dal dibattito, che ha visto alternarsi diversi gruppi di lavoro, è emersa l’importanza di un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Altrettanto importante è il ruolo che i beni culturali e la loro fruizione possono rivestire in termini di benessere per le popolazioni locali, soprattutto quelle delle zone ferite da disastri naturali o comunque interessate da fenomeni di spopolamento e abbandono.

L’offerta formativa dell’Università di Macerata si compone di un corso di laurea in beni culturali e turismo. «Un unicum – ha ribadito il presidente dei corsi Simone Betti – che da tempo combina due classi di laurea e si dirama poi in un percorso internazionale di turismo e in un altro di management dei beni culturali».