MACERATA – «Liquidità inesistente e pratiche farraginose; potrebbe essere un momento adatto per cogliere la palla al balzo e snellire la nostra burocrazia ma nessuno se ne occupa». A parlare è il presidente dell’Ordine dei commercialisti di Macerata e Camerino Rosaria Garbuglia.
«Al momento non abbiamo contezza di chiusure da parte di attività del territorio ma credo che, a meno che non ci fossero già situazioni compromesse prima dell’emergenza, tutti gli imprenditori cercheranno, fino alla fine, di superare questo difficile momento e di portare avanti le loro aziende – dice Garbuglia -. Molte persone infatti, in svariati settori, hanno portato avanti una ricollocazione delle proprie aziende e una riconversione; penso a chi ha deciso di iniziare a lavorare nella sanificazione, nella pulizia, nella realizzazione di mascherine o di separatori in plexiglass. Ricordiamo che l’imprenditore è sempre attivo e sta cercando, in questo particolare momento, di ovviare alle nuove opportunità del mercato con la speranza che tutto sia transitorio e che le criticità siano risolvibili».
Sui nuovi bonus per le partite Iva, che come annunciato dal Governo aumenteranno rispetto ai 600 euro iniziali, la Garbuglia osserva che si tratta di interventi «per niente risolutivi. Ancora non abbiamo contezza di come sarà strutturato il bonus; forse domenica sera sarà diffusa la circolare del Governo e inizieremo a studiarla per contattare tutti i nostri clienti e spiegare loro le modalità per ricevere liquidità».
Il problema reale, però, secondo la presidente Garbuglia, sta nella mancanza di liquidità. «Se io produco ma non vendo la catena si inceppa e tutto si blocca; è importante che il sistema bancario, che al momento va molto a rilento, adotti delle soluzioni più snelle e semplici – sottolinea la presidente dei commercialisti -. Gli stessi prestiti fino a 25 mila euro sono garantiti dallo Stato ma con grande criticità e con una netta differenziazione tra le varie banche. Tutti poi hanno timore nel chiederli perché non si ha la certezza di poterli restituire vista la situazione economica nazionale. La liquidità a fondo perduto potrebbe essere una soluzione ma, come succede di solito, se viene concessa a tutti arriva poi in piccolissime parti».
«Lo stesso rimborso dei dispositivi di protezione individuale per le imprese che hanno investito, giustamente, nella sicurezza dei propri lavoratori, sembra essere molto farraginoso – ha aggiunto la Garbuglia -. L’11 maggio infatti ci sarà il click day che richiede una documentazione molto complessa in pochissimo tempo senza considerare il fatto che molte aziende ancora sono chiuse e magari procederanno a questi acquisti dopo la data dell’11 maggio. In questo modo, quindi, molti saranno tagliati fuori dal rimborso senza considerare che l’acquisto delle mascherine e dei dpi non sarà limitato solo a questa prima fase ma continuerà per mesi».
«Il punto è che ogni cosa che si va a toccare, anche la più semplice, diventa farraginosa – ha aggiunto la presidente -. Abbiamo un sistema burocratico molto pesante e la situazione va avanti da molto tempo; questo potrebbe essere il momento giusto per snellire invece nessuno lo fa. Lo stesso vale per le casse integrazioni, delle quali si è parlato molto. Ce ne sono quattro e ognuna viene gestita in un modo diverso – con le conseguenti lungaggini – nonostante siamo in un momento di emergenza; credo invece che ai cittadini vadano date delle risposte immediate».
«Come commercialisti ce la stiamo mettendo tutta per aiutare i nostri clienti senza aspettarci nulla in cambio perché capiamo la difficoltà del momento – ha concluso il presidente -. A noi sta a cuore il benessere delle aziende e il tessuto economico della società perché se quello va avanti potremo ripartire tutti insieme».