TREIA – «L’emozione non ha voce recitava una canzone italiana; ecco per me oggi è un po’ così» ha esordito il presidente nazionale di Confindustria Vincenzo Boccia che, questa mattina, ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Treia al teatro comunale della città alla presenza di istituzioni civili e militari e dei cittadini.
A fare gli onori di casa il vice sindaco della città David Buschittari che ha ringraziato tutti i presenti e ha ricordato le qualità del presidente Boccia e la sua attenzione sempre dimostrata ai territori colpiti dal sisma anche con l’istituzione di un fondo interno per le imprese danneggiate dal terremoto.
«Un territorio maceratese molto variegato e fatto di imprese che necessitano di essere messe in rete – ha aggiunto il prefetto Iolanda Rolli -. Un territorio vivace e interessante che però ora, a seguito degli eventi sismici, ha bisogno di aiuto. Proprio dal lavoro deve iniziare la ripartenza cercando di dare sempre nuovi stimoli e impulsi all’imprenditoria».
«Dobbiamo incontrarci, confrontarci e fare sistema – ha commentato il presidente di Confindustria Macerata Gianluca Pesarini -. Un grazie all’amico Vincenzo Boccia che ha sempre creduto nei nostri territori».
«L’industria deve fare sistema con l’agricoltura e dobbiamo smettere di giocare in difesa e ripartire all’attacco con scelte chiare e coraggiose perché con il populismo non si va da nessuna parte – ha precisato il presidente nazionale di Copagri Franco Verrascina -. Bisogna garantire reddito a tutti e metter mano alle infrastrutture mettendo sul mercato le nostre imprese e lavorando sulla qualità».
«Siamo sempre stati fieri e orgogliosi ma non sempre capaci di promuovere il territorio e ‘venderlo’ – ha aggiunto il rettore Unicam Claudio Pettinari -. La provincia è sostenibile se siamo in grado di fare rete perseguendo sempre la strada della positività quando si incontrano le associazioni di categoria».
Un grazie a Confindustria anche dall’Unimc, «perché ha sempre dimostrato vicinanza alle nostre attività grazie all’internazionalizzazione e agli investimenti destinati alle realtà straniere» ha commentato Ernesto Tavoletti che ha portato i saluti del rettore Francesco Adornato.
«Serve aggregazione per essere più forti e rappresentare al meglio le nostre identità – ha aggiunto Gino Sabatini, presidente della Camera di Commercio Unica -. Solo l’unità di intenti può sviluppare un grande volano economico sulla linea dell’innovazione e con una nuova vivacità imprenditoriale».
«Il ruolo del presidente Boccia è stato sempre molto coerente con i temi che abbiamo discusso in questi anni – ha proseguito Fabio Renzi, segretario generale di Symbola -. Un’economia basata sul minor spreco di risorse e sulla massima riutilizzazione per progettare al meglio i servizi. I nostri progetti sono molto apprezzati nel mondo e dobbiamo essere più fiduciosi senza omettere le contraddizioni e i ritardi che ci sono nel nostro paese».
La parola poi al protagonista della giornata che, durante gli interventi precedenti, ha annotato tutte le osservazioni degli intervenuti.
«L’Italia è fatta di una lunga storia di tradizione e futuro e deve continuare a raccontare questo: Treia ha rappresentato il luogo di dibattito, non gridato, ma nel rispetto della diversità di vedute perché, ogni volta, con il confronto, diventiamo cittadini migliori e tutto ciò ci aiuta a progettare e pensare – ha commentato Boccia -. Dobbiamo quindi utilizzare le identità per aprirci e non per chiuderci ricordando sempre il senso di comunità. E le Marche lo sono, sono un territorio di comunità fatto da persone».
Il presidente di Confindustria ha poi sottolineato l’importanza del «lavoro a partire dalle infrastrutture che sono una parte fondamentale della costituzione di un paese perché collegano territori e includono persone. E poi dobbiamo fare sistema pensando alla collaborazione con i vari attori senza dimenticare mai l’importanza della cultura perché dobbiamo avere un’idea di società e non uno scambio con la politica».
«Le persone devono essere al centro della società e le imprese al centro dell’economia – ha aggiunto Boccia -. Non può bastare un tweet, oggi, per rovinare la reputazione di qualcuno. Dobbiamo ripartire dalla cultura perché è proprio quando si ha un pensiero forte che si può parlare a bassa voce al contrario di quando si ha un pensiero debole e si deve urlare».
Poi c’è l’importanza della vocazione europea «520 miliardi di manifatturiero esportato in tutto il mondo» e quella del lavoro, come sancito dall’articolo 1 della Costituzione italiana. «Cerchiamo di costruire un paese che vada oltre le dimensioni dell’ansia e dell’assuefazione che qualcuno invece vorrebbe fare proprie – ha aggiunto Boccia -. Il sogno e la speranza non devono rimanere confinati dell’infanzia».
«Sono onorato di ricevere la cittadinanza onoraria – ha concluso Boccia prima di ricevere la cittadinanza onoraria -. Le Marche sono il luogo del pensiero e Treia il luogo del dibattito».