Macerata

«Io, busker in frac sotto la statua di Modugno. Bene Macerata, ma che fatica suonare nelle Marche»

Il maceratese Lorenzo Sbarbati suona in strada da anni: «Con una laurea in Filosofia, da Macerata alle vie di Bologna con la mia chitarra»

Lorenzo-Sbarbati

MACERATA – In piazza della Libertà, a Macerata, vicino alla facoltà di Giurisprudenza, risuona nell’aria una musica allegra ma profonda, troppo particolare per non essere notata. Faranno 3 gradi, il cembalo tiene il ritmo al vento frizzante che soffia sulla città.

Gli studenti corrono in fretta a lezione, mentre gli impiegati entrano in ufficio, dando un’occhiata al mercato di ambulanti che occupa la piazza. L’orologio segna le 11, quando suonano le note di Per amare me, davanti al municipio, a pochi passi dalla Questura.

Voce e chitarra sono di Lorenzo Sbarbati, giovane musicista emergente del cantautorato italiano. Classe 1991, nato a Macerata l’11 gennaio, sotto il segno del Capricorno, Lorenzo è laureato in Filosofia, ma a vincere su tutte è la passione per la musica.

Sbarbati in piazza della Libertà, a Macerata

Suona in strada da anni ed è cresciuto ascoltando Lucio Battisti, «grande amore di mio padre». Nel gira dischi di casa, però, ci sono pure Fabrizio De Andrè, Daniele Silvestri, Max Gazzè, Niccolò Fabi, Ivan Graziani, Paolo Conte e Franco Battiato. «Ad ispirarmi, è anche Domenico Modugno. In estate – ricorda Sbarbati – ho cantato Vecchio Frac a Polignano a Mare, sotto la statua di Modugno».

Scorrono anche i Beatles e Bob Dylan, nelle vene di Sbarbati, che vive a Montegranaro. «A 16 anni ho preso la chitarra, ma non volevo cantare. Poi, la cosa si è fatta più seria e ho iniziato a intonare qualcosa. In fondo – sottolinea – ho sempre avuto voglia di scrivere canzoni». Il primo testo prende forma a 21 anni.

Sbarbati, che ora di anni ne ha 31, con tanti chilometri sulle spalle prosegue: «Ho viaggiato da capo a piedi lo stivale. Nelle Marche, per chi non fa cover di singoli famosi ma vuole cantare le proprie canzoni, è difficile emergere. Tra tutte le città, Macerata è la migliore. Somiglia a una piccola Bologna, con i giovani e con l’università». È qui che Lorenzo si è laureato in Filosofia.

Intorno ai 21 anni, fonda un suo complesso, i Senzassenso, che si scioglierà dopo circa 2 anni. Dopo la laurea, Sbarbati parte per Bologna con una laurea in tasca e una chitarra sulle spalle: «Volevo respirare un’aria meno provinciale. Ero convinto che lì sarebbe stato tutto più facile, ma spesso le grandi città sono difficili per chi fa cantautorato, perché ci sono molti busker come te».

Ad aiutarlo, è la sua famiglia: «Inizialmente non hanno reagito benissimo, ma poi mi hanno sostenuto. Nei locali del bolognese si riesce a suonare, però spesso devi farlo gratis e a lungo andare questo non è più accettabile. Lentamente, sono riuscito ad affermarmi sulla strada e a guadagnare uno stipendio dignitoso». Sbarbati viaggia, non si ferma: «Bologna, Ferrara, Modena, Milano, la Toscana e via così».

«I posti più belli? I luoghi della Puglia, dove trascorrevo le estati a suonare». Nelle Marche, sottolinea, «sono pochi i locali in cui un nuovo cantautore possa emergere. In inverno, si va nei teatri o nelle poche osterie che ti ospitano, come una di Grottammare. Da questo punto di vista, sono migliori Torino e Roma, benché nella capitale – ironizza – canti solo se sei romano».

Bologna, a Lorenzo porta bene: è lì che vincerà il premio Nuove produzioni musicali – Bologna città della musica Unesco. Il riconoscimento gli consentirà di ottenere una borsa di 4mila euro. «Con quei soldi, ho realizzato il mio album Dubito quindi suono».

Intanto, Sbarbati – con microfono, armonica, amplificatore, cembalo e chitarra – continuerà a suonare per la strada, una palestra per il successo: «Sul palco la gente viene per vederti e si gioca facile. Sulla strada, invece, devi catturare l’attenzione dei passanti, farli fermare e trasmettere loro emozioni».