CALDAROLA – Lutto per la scomparsa di un imprenditore che, subito dopo il sisma del 2016, è stato vicino alla comunità di Caldarola donando materiale indispensabile alla cittadinanza. Roberto Ferraroni, 70enne, titolare insieme ai figli dell’omonima maglieria fondata nel 1970 a Parma, dopo le scosse di quattro anni fa si era subito messo a disposizione della comunità di Caldarola mostrando la sua grandezza d’animo e di cuore.
«Ho un’azienda che va bene, una bella famiglia, non mi manca nulla, posso ritenermi fortunato ma quando penso ai territori terremotati e a tante famiglie che all’improvviso hanno perso tutto non posso restare indifferente. Non siete voi a dovermi ringraziare, sono io che lo faccio per le emozioni che venendo qui mi avete fatto vivere» erano state le parole dell’imprenditore all’indomani dalle scosse che hanno distrutto il Centro Italia.
Ferraroni, nel dicembre del 2016, si era recato personalmente a Caldarola per chiedere ai primo cittadino quali fossero i bisogni della comunità ed è da quel giorno che è iniziato un rapporto fraterno tra la sua azienda di Parma e la città della nostra provincia. L’imprenditore infatti donò, in tempi record, due moduli da adibire a centri di aggregazione per i più giovani, ha messo a disposizione dei bambini anche il Merellipedibus, un Digiquadro per poter fare lezione a scuola e un’abbondante fornitura di parmigiano da impiegare nella mensa allestita dalla colonna mobile dell’Emilia Romagna, che in quei mesi forniva i pasti agli sfollati rimasti a Caldarola.
«Una grande persona dall’immenso valore umano, con forti sentimenti di solidarietà, senso di amicizia e un cuore enorme. Un forte abbraccio e le più sentite condoglianze da parte di tutta la comunità alla famiglia del nostro amico Roberto» le parole commosse del sindaco Luca Giuseppetti.
«Una persona che amava scrivere, parlare e dare consigli perché al grande Roberto nulla passava inosservato. Ora tocca a noi raccontare, con tutta la forza che ci ha sempre trasmesso, quello che di grande è stato il nostro caro papà. 70 anni compiuti lo scorso anno sono ancora pochi per chiudere un bilancio, avevamo ancora tante cose da imparare anche se di cose ce ne hai insegnate tante. L’amore infinito per il tuo lavoro, la lettera di fine marzo con cui hai raccontato a tutti i tuoi dipendenti 50 anni di storia della tua attività, ma purtroppo il destino ti è stato avverso» le parole che la famiglia dell’imprenditore ha rilasciato alla stampa di Parma nell’annunciare la morte del congiunto.