CAMERINO – Era finito sotto processo con l’accusa di atti persecutori nei confronti della badante della mamma, oggi l’imputato, un 66enne di Camerino, è stato assolto. La difesa: «Soddisfazione massima per aver ristabilito la verità dei fatti ed aver restituito dignità all’imputato».
La vicenda risale al periodo precedente settembre del 2019 quando, secondo quanto denunciato dalla donna che all’epoca assisteva la mamma del camerte, sarebbe diventata oggetto di avances sempre più insistenti da parte dell’uomo. Secondo l’accusa l’imputato avrebbe iniziato a molestarla con continue e assillanti richieste di intraprendere una relazione sentimentale, ma a seguito dei rifiuti della donna il 66enne avrebbe iniziato a insultarla, a fermarla per strada, a minacciarla di morte e di sfregiarle il viso con l’acido arrivando anche a impugnare un coltello. Così lei avrebbe prima deciso di lasciare il lavoro di badante e poi di denunciarlo.
A seguito della denuncia l’uomo, tramite l’avvocato Fabio Sargenti, aveva effettuato indagini difensive sentendo una decina di testimoni e raccogliendo le loro dichiarazioni in merito ai rapporti intercorsi tra denunciante e denunciato. Fissata l’udienza preliminare in Tribunale a Macerata dinanzi al giudice Claudio Bonifazi, il difensore aveva chiesto e ottenuto di procedere con rito abbreviato producendo le indagini di parte. «Il mio assistito respinge con forza le accuse – aveva commentato in occasione di una delle udienze l’avvocato Sargenti –. Abbiamo prodotto indagini difensive che sono dirimenti per capire l’accaduto. Il mio cliente e la presunta persona offesa erano stati legati in passato da un rapporto sentimentale, lei sarebbe andata anche a convivere da lui ma non ha mai lavorato per la madre del mio cliente che oltretutto era anche abbastanza autonoma», aveva precisato il legale. La donna, nel frattempo si era costituita parte civile con l’avvocato Alessandro Casoni.
Oggi il procedimento è stato discusso. Il pubblico ministero Claudio Rastrelli ha chiesto l’assoluzione dell’imputato con formula piena il gup lo ha assolto con la formula dubitativa. «Soddisfazione massima per aver ristabilito la verità dei fatti ed aver restituito dignità all’imputato», ha commentato l’avvocato Sargenti a margine dell’udienza.