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Camerino, il valzer delle attività per ripartire

Camerino è stata fortemente colpita dal terremoto del 2016. Il "Noè Errante" la prima attività riaperta in centro storico. Il "Dada Zen" ha investito fuori dal cuore camerte, l'alimentari Savino si è reinventato

Tre attività di Camerino
Tre attività di Camerino

CAMERINO- Tra gli obiettivi dell’amministrazione comunale della Città di Camerino c’è sicuramente quello di ripopolare al più presto, anche di attività, il centro storico. Il “Noè Errante”, ormai quasi quattro anni fa, è stato il primo a rientrare nel cuore della città ducale, ci sono commercianti che sperano, un giorno, di tornare lì, e chi invece, a distanza di quasi nove anni dal sisma, si è anche ‘reinventato’, migliorando la propria attività, restando sempre nel Comune di Camerino, ma spostandosi appena fuori dal centro.

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Il “Noè Errante” di Noè Roberto Frifrì è il primo locale riaperto in pieno centro storico, nel 2021, è stato quindi il simbolo della rinascita. «Ho riaperto il 26 aprile – ha detto Noè Roberto Frifrì – quando le normative Covid lo hanno permesso, il primo anno fu veramente intenso, la gente non chiedeva di cenare ma c’era una sola richiesta, ‘apericena’, con il passare dei mesi la clientela si è stabilizzata alla normalità».

Noè Roberto Frifrì del "Noè Errante"
Noè Roberto Frifrì del “Noè Errante”

Il “Noè Errante” attualmente, è praticamente un’attività aperta in mezzo ad un maxi cantiere della ricostruzione nel centro storico della città camerte: «In questo momento per bere un caffè, andare in un ristorante, comprare una penna o prendere un gelato c’è necessariamente bisogno di prendere l’automobile, perciò essere in centro o in altro luogo è la medesima cosa. Io ho la fortuna di essere nel luogo da me scelto per la magia di avere il teatro a tre metri ed essere a metà del corso mi dà molta soddisfazione. Parecchie persone mi chiedevano di aprire la mattina per fare le colazioni, ma non c’erano le condizioni per pareggiare il costo di una persona per questo servizio, a mio avviso ora i tempi sono giusti per offrire anche ciò». Da lunedì 14 aprile, questo servizio bar alla comunità, agli studenti e agli operai che popolano quotidianamente il corso sarà attivo: «Essendoci moltissimi studenti e cantieri attivi ho pensato alla possibilità di un ristoro. Ci sarà dal semplice caffè con cornetto, ai tramezzini e panini, inoltre ho in mente di fare qualche teglia di pizza dato che in passato ho avuto una pizzeria».

In merito alla speranza che altri commercianti tornino al più presto, a popolare il centro storico di Camerino, Noè Roberto Frifrì ha aggiunto: «Sarebbe una cosa magnifica per i clienti avere un’opzione di scelta, è utile per tutte le attività, così è e così sarà sempre. Ad occhio e croce ci sarà parecchio movimento nei prossimi anni».

Michele Lambertucci, titolare del locale “Dada Zen” di Camerino ha raccontato: «Il “Dada Zen” era nel centro storico di Camerino, nella zona dove la sera si concentrava quello che era il movimento giovanile universitario ed i diversi locali. La struttura non ha subito danni ingenti se paragonata ad altri edifici vicini, tuttavia ad oggi non prevedo un ritorno in centro una volta che tornerà agibile. In passato la tendenza della, se vogliamo chiamarla, “movida”, era quella di uscire in centro e di concentrarsi in un passeggio continuo tra Corso Vittorio Emanuele e via XX Settembre. In quasi dieci anni sono cambiate le tendenze, gli interessi e soprattutto le persone, anche ovviamente tenendo conto che la maggior parte dei giovani che animavano e animano i locali serali sono universitari, con quindi un turnover continuo».

Michele Lambertucci del "Dada Zen"
Michele Lambertucci del “Dada Zen”

Il proprietario del “Dada Zen” in questi anni ha investito nella sua attività, anche per migliorare il servizio da offrire ai propri clienti: «Sicuramente l’investimento è stato notevole, se consideriamo anche che in questi anni c’è stato un ampliamento sia degli spazi sia dell’offerta che il locale propone. Ad esempio, con il Covid, abbiamo attivato il delivery, che ad oggi rappresenta un settore in enorme crescita. E per soddisfare la grande richiesta sono stati fatti investimenti in attrezzatura, cucina, spazi… cose che sono impensabili da ritrasferire fisicamente in centro storico. Stessa cosa ovviamente per il resto, perché comunque sono passati quasi nove anni, sono cambiate le tendenze ed il modo di lavorare».

Non è stato in ogni caso semplice lasciare il centro storico di Camerino: «L’emotività e lo spaesamento erano palpabili ovunque. Ma già dopo i primi mesi (abbiamo riaperto a fine febbraio, circa quattro mesi dunque dopo le scosse principali) abbiamo avuto una risposta sorprendente: le persone avevano bisogno di normalità, di uno spazio dove potersi sentire vive, leggere. Il “Dada Zen” è diventato subito quel rifugio di svago e di comunità. Ed è da lì che siamo ripartiti».

Angelo Pugini è il titolare dell’alimentari Savino di Camerino, il suo negozio tra poco più di un anno festeggerà i 70 anni di attività, 60 dei quali trascorsi in pieno centro storico: «Trovarsi dopo la sera del 26 ottobre 2016 all’improvviso senza casa, senza negozio e senza macchina, è stato terribile. In pochi secondi la mia vita è cambiata radicalmente ma sono ancora vivo… ed è questo quello che conta».

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Alimentari Savino
Angelo Pugini dell’alimentari Savino

Tanta amarezza quella che si respira tra le parole di Pugini: «Il centro storico manca tantissimo, ci mancano i suoi rumori, le serate universitarie con la musica fino a notte fonda e il passeggio lungo il corso con le vetrine dei bei palazzi storici tutte illuminate. Tutto finito purtroppo. Mi rincresce non poter ritornare nel centro storico di Camerino ma tra pochi anni se tutto andrà bene sarò in pensione. Uno dei problemi di questa città a mio giudizio è il ricambio generazionale delle attività commerciali. Siamo ormai in molti commercianti ad essere avanti con l’età – ha spiegato – ed ai giovani purtroppo questo tipo di lavoro non interessa perché aprire una partita iva è sempre molto impegnativo sotto tutti i punti di vista».

L’alimentari Savino ora si trova al Sottocorte Village: «Prima di approdare al Sottocorte Village, appena dopo il terremoto, sono stato insieme ad altri venti commercianti per due anni al City Park, una tensostruttura allestita dal Comune di Camerino per cercare di tenere unita quel che ne restava di una piccola comunità di commercianti terremotati e dare un segnale importante a tutta la città… Noi non molliamo, siamo a Camerino e qui resteremo costi quel che costi! Devo dire che è stata un’esperienza faticosa ma sotto certo aspetti unica ed incredibilmente bella, un’esperienza umana che ci ha fatto crescere tutti come uomini e come commercianti. Ricordo che da lì a breve iniziò poi questa gara di solidarietà, ho ricordi incredibili che porterò sempre nel cuore ma splendidi, di clienti che ci chiamavano ed iniziammo così a fare le prime spedizioni di prodotti enogastronomici in molte parti d’Italia. Un giorno parlai con un produttore di vino – ha raccontato Angelo Pugini – e lui mi disse: “Ricordati Angelo per fare bene questo lavoro devi conoscere il passato, vivere il presente ed immaginare il futuro”, ed aveva ragione! Da lì è nata l’idea di aprire un piccolo sito di e-commerce, Savinoteca.it, che ci sta facendo conoscere sia in Italia che in Europa. Le Marche sono piene di prodotti enogastronomici eccellenti ed i clienti non mancano per fortuna».