CAMERINO – La donazione degli organi salva la vita e grazie alla generosità dei famigliari di un 59enne deceduto oltre a salvare una vita è stata migliorata l’esistenza di altre quattro persone. A renderlo noto è Daniela Corsi, sub-commissario dell’Area Vasta 3, che parla di un gesto di «immensa generosità».
Il fatto è accaduto all’ospedale di Camerino, dove il 19 dicembre presso il reparto di Rianimazione diretto dal dottor Angelo Leo e dalla coordinatrice della donazione Tiziana Ciccola è stata accertata la morte cerebrale di un paziente di 59 anni.
L’uomo, proveniente dalla Terapia Intensiva dell’ospedale regionale di Torrette, era arrivato a Camerino in stato di coma. Il quadro clinico però era repentinamente peggiorato a seguito di una nuova emorragia cerebrale. La famiglia, già sensibile al tema della donazione, ha acconsentito al prelievo di organi e cornee interfacciandosi con gli stessi sanitari affinché questo gesto d’amore potesse essere possibile.
A Camerino sono giunte tre equipe chirurgiche: i cardiochirurghi di Bergamo, i chirurghi prelevatori del fegato da Torino, e quelli dei reni da Ancona. La donazione ha visto la collaborazione tra diversi professionisti, medici, infermieri, Oss, tecnici di elettroencefalografia e di radiologia, biologi, autisti, centralinisti e personale delle pulizie che hanno operato in sinergia dalle 6 di ieri mattina e per 30 ore hanno collaborato alla realizzazione dell’obiettivo. Il trapianto infatti consente ai pazienti una qualità della vita che nessuna altra terapia sarebbe in grado di garantire.
«Voglio esprimere un grande ringraziamento ai familiari del nostro cittadino per la grande generosità dimostrata» aggiunge Daniela Corsi, mentre l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini evidenzia che «la donazione è soprattutto cultura della solidarietà. Si tratta sostanzialmente di restituire un pezzo di vita a chi corre il pericolo di non averla più. Quindi è un gesto di umanità, condivisione dei valori e carità cristiana. Sono riconoscente ai dottori Angelo Leo e Tiziana Ciccola, a tutto il personale sanitario e non per aver regalato una speranza a ben cinque persone».