CAMERINO – «I mesi passati sono stati caratterizzati da un sempre maggiore accentramento dell’azione amministrativa e dei processi decisionali strategici per il futuro di Camerino sulla persona del sindaco, il cui risultato si è tradotto in una situazione di stallo e di completo isolamento della città nei confronti del territorio e delle istituzioni locali e regionali. La completa mancanza di visione futura associata a tale comportamento personalistico ha di fatto impedito la possibilità di lavorare alla pianificazione della rinascita della nostra Camerino». Queste le motivazioni che hanno portato i consiglieri dei gruppi consiliari “Radici al futuro” e “Per Camerino” a sfiduciare il sindaco Sandro Sborgia, rassegnando congiuntamente le loro dimissioni.
Un decisione «sofferta» spiegano Giovanna Sartori, Gianluca Pasqui, Riccardo Pennesi, Antonella Nalli, Roberto Lucarelli, Marco Fanelli e Stefano Falcioni, scaturita «dopo una lunga ed attenta riflessione nell’esclusivo interesse della città e con grande responsabilità istituzionale. È stato scelto di farlo ora così da consentire di andare al voto tra qualche mese, già nella prossima primavera». Ma ora per il Comune si apre una nuova fase, ma le accuse non si fermano.
«La città non ha un “vero” piano di ricostruzione così come evidenziato nelle ultime riunioni che si sono tenute con i progettisti che chiedevano a gran voce un cronoprogramma degli interventi che consentisse loro di programmare la consegna e l’esecuzione dei progetti – incalzano i consiglieri -. Anche per le aree perimetrate la situazione è lontana dall’essere definita nonostante il tempo trascorso. A nulla sono valsi i nostri innumerevoli tentativi di intraprendere una fattiva collaborazione volta all’interesse della collettività. Tante sono le opportunità perse e le scelte sbagliate. A partire dalla mancata presentazione di progetti nell’ambito dei fondi relativi ai Contratti istituzionali di sviluppo, dove il sindaco in autonomia ha deciso di accodarsi ad un progetto predisposto dal Comune di Muccia, fino al modesto finanziamento ottenuto nell’ambito dei fondi complementari sisma Pnrr dove il Comune di Camerino ha ricevuto somme di gran lunga inferiori a tutti gli altri Comuni del cratere. Ciò per l’incapacità di fare rete con il territorio e coltivare fattivi rapporti con le istituzioni».
Una situazione aggravata, secondo i consiglieri, «da un comportamento che ha nel tempo causato sempre più divisioni, non solo all’interno del consiglio comunale ma nell’intera città, contribuendo, così, a generare un clima di tensione e malcontento, invece di favorire unità, serenità e certezza del futuro. Ora è il momento di voltare pagina, insieme, iniziando un percorso condiviso che riporti fiducia tra i cittadini e restituisca a Camerino la giusta centralità nel territorio».