CAMPOROTONDO – Sarà un’autopsia a stabilire cosa ha provocato la morte di Rossana Cartechini, la 67enne di Camporotondo di Fiastrone ma originaria di Caldarola morta mercoledì scorso all’ospedale di San Severino. Dopo la denuncia dei familiari, il pubblico ministero di turno Vincenzo Carusi ha aperto un fascicolo a carico di ignoti ipotizzando i reati di omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Nell’immediatezza il sostituto procuratore ha dato mandato ai carabinieri di San Severino di acquisire la cartella clinica di Cartechini, disponendo l’autopsia per chiarire le cause della morte. Mercoledì mattina, dopo il conferimento dell’incarico al medico legale Luca Tomassini della Sezione di Medicina legale dell’Università di Perugia, il professionista inizierà l’accertamento irripetibile all’obitorio dell’ospedale di Macerata. All’autopsia potrebbe partecipare anche un consulente di parte nominato dai familiari di Cartechini tramite il loro legale, l’avvocato Luciano Bora.
Tutto sarebbe iniziato martedì mattina quando Rossana Cartechini è caduta dalle scale di casa battendo la testa. A seguito della caduta alla 67enne era apparso un ematoma molto esteso sulla fronte, la donna aveva riportato anche delle ferite e un trauma a un ginocchio. Fu subito portata al pronto soccorso dell’ospedale di San Severino (erano le 10.30) e, in base a quanto riferito all’autorità giudiziaria dai familiari, la donna sarebbe stata visitata solo diverse ore dopo dal suo arrivo e circa tre ore dopo le sarebbe stata fatta una Tac che avrebbe dato esito negativo. L’unica cosa che sarebbe emersa dall’esame era la frattura del ginocchio sinistro. Verso le 17.30 la donna era stata dimessa, il figlio avrebbe chiesto in pronto soccorso che la mamma venisse trasportata d’urgenza con l’ambulanza all’ospedale di Camerino, ma sembra che non ve ne fossero di disponibili, tanto che era stato lui stesso ad accompagnarla nella struttura sanitaria della città ducale.
Visitata in Ortopedia, Cartechini era poi tornata a casa verso le 19 e dopo un paio d’ore avrebbe iniziato a lamentare dolori alla testa e al corpo. I familiari l’avrebbero tranquillizzata dal momento che dalla Tac non era emerso nulla di allarmante ma la mattina successiva la situazione è precipitata. Cartechini avrebbe iniziato a perdere lucidità non riconoscendo la figlia e non rendendosi più conto di dove fosse, era stata quindi caricata immediatamente in auto e riportata al pronto soccorso di San Severino. «È stata consigliata una nuova Tac urgente intorno alle ore 10.05 – ha raccontato il figlio –, ma l’esame è stato eseguito solo verso le 13.30. La Tac, questa volta, ha evidenziato un’emorragia in corso e quindi mia madre è stata portata al reparto di Medicina. Mia sorella, fatta uscire dalla stanza alle ore 15.45, ha saputo poi alle ore 18.15 circa della morte di nostra madre». A quel punto i familiari si sono rivolti all’avvocato Bora e tramite il legale hanno segnalato l’accaduto in Procura. «Pur senza conoscenze mediche specialistiche appare evidente come le dimissioni di martedì siano state premature e del tutto inopportune», ha commentato il legale.