Conoscere meglio il lavoro e le difficoltà degli esseri umani che vivono e operano di qua e di là dalle sbarre. Questo è l’obiettivo dell’evento ‘Il Carcere oltre l’Aria Ferma’, che si svolgerà a Macerata, al Cinema Italia, dalle 17.00 alle 20.30 di giovedì 27 ottobre 2022 (Ingresso intero 6,5 euro, ridotto per studenti 5 euro). Costruita attorno alla proiezione del film “Aria Ferma” del regista Leonardo di Costanzo (Italia, 2021, 117′), l’iniziativa, organizzata da Antigone Marche, ELSA Macerata e Associazione Impact, metterà a confronto, sul tema dei diritti in carcere e delle relazioni tra i detenuti e le varie figure che lì dentro operano, alcuni dei protagonisti della vita di un istituto di pena: professionisti, ma anche volontari e mondo accademico che si interroga sul sistema penale. Parteciperanno:
- Nicola De Filippis, comandante presso la casa circondariale di Ancona – Montacuto;
- Dott.ssa Enrichetta Vilella, responsabile del settore educativo-trattamentale della Casa Circondariale di Villa Fastiggi – Pesaro;
- Lina Caraceni, docente di procedura penale e di diritto penitenziario presso l’Università degli Studi di Macerata;
- Giulia Torbidoni, giornalista da Bruxelles per Agi e presidente dell’associazione Antigone Marche.
L’evento, che si inserisce nel cartellone della Primavera della Legalità, ha ottenuto il patrocinio della Regione Marche, dell’Università e del Comune di Macerata e rilascerà crediti della formazione continua a giornalisti, assistenti sociali e avvocati dell’Ordine di Macerata.
«Il nostro intento è provare a mettere gli occhi dentro il carcere perché non è un mondo a sé, bensì una parte importante della società, un luogo fisico vicino a noi, dove si affronta il disagio e la rottura del patto sociale. Dunque, un posto da cui le persone dovrebbero uscire ‘migliori’ rispetto a quando vi sono entrate – spiega Giulia Torbidoni, presidente dell’Associazione Antigone Marche -. L’evento ‘Il Carcere oltre l’Aria Ferma’ ci aiuterà quindi a mettere a fuoco come funziona un istituto di pena e a conoscerlo per quello che è: un luogo pieno di vita, specchio della società esterna, che, oltre all’aria ferma che sembra ristagnare tra quelle pareti, fa continuamente i conti con il tempo che scorre: un tempo che, nel suo fluire, deve trovare utilità proprio nel lavoro di tutti i professionisti a mettere in atto il mandato costituzionale del reinserimento sociale e dell’attenzione alle persone».