CINGOLI – Alla casa di riposo di Cingoli sono arrivati i medici militari. Ad annunciarlo, con un post social, è il vice sindaco Filippo Saltamartini. «Quando abbiamo constatato che il servizio sanitario nazionale Asur non era in grado di affrontare l’epidemia all’interno della Casa di riposo, abbiamo subito pensato agli angeli con la divisa e abbiamo chiesto l’intervento dell’Esercito. Lo abbiamo chiesto alla Prefettura, al Governo, al Ministero dell’Interno, ma senza avere risposte. Ieri l’intervento di Salvini (che ha scritto una missiva al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ndr) ha sbloccato la situazione che rischiava di impantanarsi tra polemiche dei responsabili della sanità marchigiana chiamati a rispondere del loro operato. Questo pomeriggio, abbiamo avuto il grande piacere di ricevere due Ufficiali medici della marina Militare».
I medici dell’Esercito oggi hanno incontrato il dottor Luigi Ippoliti, che volontariamente si è offerto di seguire tutti gli ospiti della Casa di riposo in questi giorni insieme a un’infermiera, per una ricognizione e domani si saprà quale sarà il contributo, in termini di risorse, fornito. «Abbiamo così la forte speranza che tutti i nostri ammalati potranno essere curati in modo professionale e continuativo» ha aggiunto il vice sindaco.
Sulla questione sono intervenuti anche i consiglieri di opposizione Francesco Pacetti e Maria Catia Marchegiani che è anche infermiera presso l’ospedale di Cingoli. «Non vogliamo assolutamente fare polemica ma è importante che all’interno della struttura le persone entrino con dei dispositivi di protezione individuale adatti» hanno spiegato i rappresentanti comunali della minoranza.
«Non sappiamo nemmeno a chi dobbiamo rivolgerci e a chi fare riferimento ma la cosa più grave è che abbiamo ricevuto delle segnalazioni su operatori socio sanitari, residenti fuori Cingoli, che sono entrati nella struttura senza i dispositivi di protezione individuale e che, tornando a casa, potrebbero diffondere il virus ovunque e contagiare non si sa quante persone; questo non è ammissibile e abbiamo prontamente informato i carabinieri della situazione» hanno spiegato i rappresentanti della minoranza.
Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, questa mattina, in diretta su La7, durante il programma “L’Aria che tira” è intervenuto sulla questione dopo la denuncia del primo cittadino Michele Vittori. «Il sindaco ha detto tante cose false (di ieri la conferenza stampa dei direttore dell’Area Vasta 2 e 3 dell’assessore Angelo Sciapichetti, ndr) e ha creato angoscia – ha esordito Ceriscioli -. Già dalle prime lettere che ci sono state inviate dal comune, siamo subito intervenuti facendo tutti i tamponi e visitando i pazienti e cercando di capire chi necessitava del ricovero in ospedale; quindi fin dal primo momento siamo stati presenti».
«Un esempio della risposta reale è l’infettivologa di Macerata che nel suo giorno di riposo ha deciso di visitare tutti i pazienti anziché riposare – ha aggiunto il presidente -. Noi però ci chiediamo come sia possibile che ci siano tutti questi infettati nella Casa di riposo di Cingoli dato che da giorni erano previsti dei protocolli che limitavano l’accesso alla struttura per difendere dal contagio ospiti e operatori? La mancanza di mascherine purtroppo è una cosa che riguarda tutti ma chi deve provvedere ai propri dipendenti è proprio chi ha la responsabilità della struttura e, in questo specifico caso, parliamo di una cooperativa alla quale il comune ha affidato la gestione».
Il presidente ha infine osservato i numeri dei contagi che stanno interessando le Marche. «Le nostre curve sono le stesse della Lombardia ma con due giorni di ritardo e stiamo facendo come loro e continuiamo a trasformare i reparti e a dedicare interi ospedali al ricovero di pazienti positivi al Coronavirus» ha spiegato il presidente ricordando il parto avvenuto ieri al Covid-Hospital di Civitanova e ringraziando, ancora una volta, tutti i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari che «non hanno ormai più turni di riposo» e confermando la volontà di «estendere il tampone alle persone che hanno avuto contatto con i positivi ma che sono asintomatici» per prevenire la diffusione del coronavirus.