MACERATA – Oltre 300 chili di droga movimentate sul mercato locale, quasi tutta hashish, tranne 2,5 chili di cocaina. Dodici spacciatori ieri mattina, 30 settembre, sono finiti davanti al gup del Tribunale di Macerata, Domenico Potetti, e al pubblico ministero, Vincenzo Carusi.
Le accuse, a vario titolo, sono quelle di aver spacciato importanti quantitativi di droga dal 2017 al 2018. Tra gli imputati, quasi tutti marocchini o nati in Italia ma di origine marocchina (tranne un italiano e un egiziano) spicca il nome di Marouane Farah, il marocchino 35enne che il 3 marzo dello scorso anno era alla guida della sua Audi quando, ubriaco e sotto effetto di droga, provocò un frontale a Porto Recanati contro l’auto su cui viaggiavano Gianluca Carotti ed Elisa Del Vicario, morti entrambi sul colpo, e i rispettivi figli, feriti gravemente. Con Farah ieri mattina anche uno degli amici che la notte del drammatico incidente era in macchina con lui.
Al termine dell’udienza preliminare il gup ha rinviato a giudizio otto imputati (oltre a Farah, B.L., 26 anni, Z.F., 22 anni fratello di Marouane, M.G., 44 anni, M.A., 31 anni, R.E.K., 31 anni, l’italiano D.R., 29 anni e l’egiziano, A.E.A.A., 31 anni), per due il processo è stato sospeso perché irreperibili (M.L., 30 anni e Y.Y., 38 anni), mentre altri due (H.S., 40 anni e Y.E.O., 32 anni) hanno chiesto riti alternativi e per loro l’udienza è stata rinviata al 23 dicembre.
Ieri mattina Farah è arrivato in Tribunale in ambulanza, un mezzo della Croce Gialla di Ancona lo ha portato dal carcere di Montacuto al Palazzo di giustizia maceratese e poi è stato trasportato in aula gup su una sedia a rotelle. L’indagine a carico suo e degli altri 11 era stata coordinata dal pubblico ministero Enrico Riccioni.
Sono 21 i capi di imputazione contestati a vario titolo e partono dalla lettera “a” per arrivare fino alla “u”. Tra le contestazioni più rilevanti quelle mosse per la detenzione di 223,8 chili di hashish, altri 60 sarebbero stati trasportati da Roma fino a Monte San Giusto, mentre 2,5 chili di cocaina sarebbero arrivati direttamente da Milano. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Emanuele Senesi, Giuseppe Marini, Donatello Prete e Mauro Chiariotti.
Sempre ieri si è celebrato un altro processo a carico di Farah per detenzione di 90 grammi di hashish e falsità ideologica. La droga gli era stata trovata in casa poche ore dopo l’incidente mortale (il 3 marzo 2019) a seguito di una perquisizione domiciliare, mentre il reato di falso risale al 22 gennaio 2019 quando Farah denunciò di aver smarrito la patente, documento che invece gli sarebbe stato trovato addosso due mesi dopo, il giorno dell’incidente mortale. Difeso in questo procedimento dall’avvocato Giovanni Galeota Farah ha chiesto il rito abbreviato e l’udienza è stata rinviata al 2 dicembre.