Macerata

Lo chef Errico Recanati torna alle sue braci nel ristorante Andreina di Loreto

Nuovi premi dalle Guide Gambero Rosso e L'Espresso, e nuovo restyling dello storico locale, all'insegna della tradizione marchigiana

Ha ottenuto recentemente la terza forchetta nella Guida Gambero Rosso nel 2022, il quarto cappello ne La Guida Espresso “I Ristoranti e i Vini d’Italia 2022” e il premio speciale Performance dell’Anno attribuito dalla stessa Guida. «Uno straordinario risultato frutto di ricerca quotidiana e sperimentazione di nuove tecniche intorno al fuoco vivo con brace e spiedo», ha commentato Errico Recanati, terza generazione e chef del Ristorante Andreina di Loreto, insegna storica (anno 1959) della cucina della tradizione marchigiana.

Nel ristorante di famiglia lo chef classe 1973 è venuto su seguendo le orme di nonna Andreina e poi di mamma Ave, fra spiedi, cacciagione, tizzoni e fuoco vivo, sempre giocosamente camminando sul filo teso tra tradizione e sperimentazione. «Lo spiedo e la brace – ha detto – sono la forte tradizione del mio ristorante da cui parto abbinando tecniche e modalità nuove messe a punto da me, per arrivare a scoprire altri sapori e generare così nuovi ricordi. Perché se non avremo generato ricordi, non avremo generato vita. Passato & futuro è come – & +, unendo & annullando vorrei arrivare a una cucina reale. E io ho trovato il punto di incontro tra passato-presente-futuro-verità proprio nella cottura primordiale dello spiedo e della brace: niente di più primitivo e attuale. Sto lavorando molto per rivalutare questa cottura ancora così poco esplorata».

Mentre vinceva nuovi premi in guide di prestigio, Errico Recanati ha iniziato un importante percorso di ristrutturazione del ristorante Andreina per accogliere gli ospiti in uno scenario rinnovato, dove l’immutato è rappresentato dal fuoco e da quell’esprit familiare che – anche nel nuovo progetto di restyling – si è voluto mantenere. «Non è stato semplice decidere di rinnovare profondamente questo luogo che è stata la mia culla gastronomica e l’epicentro della mia vita familiare, soprattutto considerando le criticità che il nostro settore ha vissuto nei mesi passati, ma io e la mia famiglia abbiamo deciso di procedere verso il nostro futuro, che immaginiamo sempre stimolante e a cui vogliamo dare fiducia», ha commentato..

Il locale, chiuso dallo scorso febbraio, è stato riprogettato dall’architetto Giacomo Ortenzi dello Studio Ossigeno, e riapre dal 1° giugno. Due gli aspetti principali che hanno definito il concept. C’è la luce, puntata su ogni tavolo con proiettori a scomparsa per omaggiare ogni postazione in modo teatrale, e ci sono poi il legno e la calce, quei materiali della tradizione marchigiana espressi però in maniera inedita e contemporanea. Il legno utilizzato definisce il concetto di spazio per le travi dei soffitti e dogato per i pavimenti scuri, volutamente “scricchiolanti” per non perdere quell’indissolubile legame con il passato, passato che si evince anche nelle singole sale dove i vecchi camini e i muri in pietra valorizzano l’antitesi con il nuovo interior e i nuovi arredi. Anche le cromie giocano un ruolo importante, come il rosso Ercolano scelto per le due pareti principali a fare da contrasto e a richiamare fortemente l’elemento massimo di Andreina, il fuoco, la brace. Quest’ultima glorificata nel nuovo contesto grazie ad un grande tavolo antistante per amplificare l’esperienza della cucina tra gusto, olfatto e vista. Tutti i materiali utilizzati nel progetto sono naturali e certificati in bioarchitettura per tutelare l’ambiente e la salute.

Novità anche nel menù, nel quale il fumo delle sue braci diventa componente delle ricette, e si dà grande enfasi al vegetale, complice anche l’orto che lo chef sta implementando nel giardino esterno che circonda il ristorante per una materia prima selezionata e coltivata in luogo. Oltre agli ortaggi di stagione, aromi e spezie, c’è spazio anche per le ostriche italiane nella cottura alla brace e nell’affumicatura.