CINGOLI – Travolta da un camion dell’immondizia mentre attraversa la strada per raggiungere la lavanderia, autista condannato a un anno. La sentenza oggi pomeriggio, il giudice gli ha concesso l’attenuante del cosiddetto “concorso di colpa”. Il drammatico incidente era avvenuto la mattina del 13 luglio del 2018. Erano circa le 9.45 quando una Fiat Panda con a bordo Sperandia Costarelli e il marito aveva raggiunto via Silvestri nel quartiere di San Giuseppe a Cingoli. Il marito aveva accostato l’auto sul lato destro della strada, la moglie era scesa, doveva raggiungere la lavanderia che si trovava sul lato opposto quando era passata davanti a un autocarro del Cosmari per la raccolta dei rifiuti che in quel momento era fermo. Il mezzo però era poi ripartito e l’anziana per schivarlo, si era sbilanciata da un lato finendo sotto le ruote gemellate posteriori. Morì sul colpo, aveva 80 anni.
Per quel tragico incidente è finito sotto processo l’uomo che era alla guida dell’autocarro, un operaio moldavo residente a Tolentino che oggi ha 39 anni, accusato di omicidio stradale. Nel primo pomeriggio di oggi in Tribunale a Macerata il processo è stato discusso: il pubblico ministero Raffaela Zuccarini ha chiesto la condanna dell’imputato a due anni di reclusione. Secondo il pm, infatti, quella mattina il mezzo del Cosmari procedeva contromano per effettuare la raccolta dell’immondizia sul lato sinistro della strada «l’ingegnere Frezzotti – ha evidenziato il pubblico ministero nel corso della requisitoria – ha ricostruito la dinamica del sinistro verificando le posizioni del camion e della vittima, per Frezzotti quest’ultima era visibile, il conducente avrebbe dovuto verificare i suoi movimenti che tra l’altro non erano stati repentini».
Per la difesa, sostenuta dall’avvocato Francesca Forconi (che difende l’imputato insieme alla collega Lolita Felicetti), invece, nella ricostruzione del sinistro non erano stati presi in considerazione diversi aspetti: «la posizione del sole che alle 10 del mattino di luglio annulla le ombre – ha specificato –, il fatto che il sinistro sia avvenuto nell’arco di tre secondi (la scena era stata ripresa da una telecamera di videosorveglianza, ndr), e che non era stato accertato con ragionevole certezza che la donna fosse visibile dall’interno del mezzo. Il pedone avrebbe dovuto avvedersi dell’autocarro», ha concluso la difesa.
Il giudice Andrea Belli ha condannato l’imputato a un anno, riconoscendogli l’attenuante del “concorso di colpa”.