Macerata

Ecco le cinque finaliste del premio letterario “Dolores Prato-Città di Treia”

La selezione effettuata da una giuria popolare composta da 30 lettrici forti del territorio. Il premio è stato organizzato dall'amministrazione con la giornalista Lucrezia Sarnari

Treia

TREIA – Svelata la cinquina finalista della prima edizione del premio letterario “Dolores Prato – Città di Treia”. Ecco i nomi: Martina Merletti (“Ciò che nel silenzio non tace”, Einaudi), Francesca Manfredi (“L’impero della polvere”, La Nave di Teseo), Romana Petri (“Cuore di furia”, Marsilio), Veronica Galletta (“Nina sull’argine”, Minimum fax), Giulia Baldelli (“L’estate che resta”, Guanda).

La selezione è stata effettuata da una giuria popolare composta da 30 lettrici forti del territorio. Si consegnano così alla giuria tecnica, composta da Simonetta Sciandivasci, Anna Bardazzi, Francesca Chiappa, Marta Perego, Lucia Tancredi, Yari Selvetella e Fabrizio Catalano, cinque romanzi «molto diversi tra loro eppure rappresentativi di un fermento letterario che guarda ai temi del rapporto con le proprie origini con particolare interesse», spiegano gli organizzatori.

Il vincitore verrà proclamato durante la serata finale del Festival Letterario “Giù la Piazza”, in programma domenica 4 settembre, alla presenza delle scrittrici finaliste e della giuria tecnica.

Il premio, lo ricordiamo, si caratterizza proprio per la sua declinazione al femminile, puntando i riflettori sulla scrittura delle donne. Pensato dall’amministrazione di Treia, in collaborazione con la giornalista Lucrezia Sarnari, al Premio letterario hanno potuto concorrere le opere di narrativa italiana prodotte da scrittrici e pubblicate per la prima volta nel periodo compreso tra il primo marzo 2019 e il 31 marzo 2022.

«La partecipazione e l’entusiasmo – dice Lucrezia Sarnari – col quale il Premio è stato accolto e le case editrici hanno partecipato, ci dice che c’è bisogno di iniziative come queste che rimettono la donna al centro. La nostra attenzione si è voluta focalizzare sul punto di vista femminile e su quello che questo pensiero sta producendo a livello letterario. La cinquina rimarca la volontà della scrittura, al di là dei generi, di approfondire il legame con le proprie origini, spesso intrise di tradizioni antiche o di antichi stereotipi, e che quasi sempre si vogliono superare non prima di essersene riappropriate».

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