Macerata

Macerata, i cittadini contro la discarica provinciale. «Procedura opaca, Pettinari convochi l’assemblea Ata»

Diversi i Comitati sorti per dire «no» al nuovo impianto dopo che la scorsa estate sono stati individuati 70 siti idonei. Depositati anche 12 ricorsi al Tar

Macerata, il presidente della Provincia
Antonio Pettinari, presidente della Provincia di Macerata

MACERATA – Rivedere l’iter per l’individuazione del sito in cui dovrà essere realizzata la nuova discarica provinciale. I comitati dei cittadini chiamano in causa il presidente della Provincia (e presidente Ata) Antonio Pettinari chiedendogli di convocare immediatamente «l’assemblea dell’Ata 3 e mettere all’ordine del giorno la revoca delle delibere 9 e 10 del 26 giugno 2020, in quanto atti da rivedere nella loro interezza». Con queste delibere infatti, si sono individuati 70 siti potenzialmente idonei in tutta la provincia per realizzare la nuova discarica.

«Una notizia, data a caldo dalla stampa, non certo dal signor Pettinari o dai sindaci ai loro cittadini – spiegano i Comitati Uniti, che vedono insieme, tra gli altri, la Nuova Salvambiente e i comitati cittadini di Corridonia, Matelica Pollenza – che ha permesso alle persone di attivarsi per la consultazione degli atti: i pochi resi accessibili nonostante le delibere riguardassero tutti soggetti pubblici».

Proprio attraverso l’accesso agli atti, i Comitati hanno scoperto «con orrore, che le aree giudicate idonee ad ospitare la mega discarica si sovrappongono con inquietante precisione a luoghi dove sorgono abitazioni, floride aziende agricole, spesso a conduzione biologica, aree archeologiche e luoghi storici, stalle di centinaia di capi di bestiame, ristoranti, agriturismi, vigneti di altissimo pregio che valorizzano vitigni autoctoni e non solo (un esempio per tutti, il Verdicchio di Matelica) e perfino i luoghi leopardiani. Non è un caso, quindi, che l’opaca, illogica e carente procedura adottata per l’individuazione dei siti sia stata impugnata con ben 12 ricorsi al Tar depositati da enti locali, comitati di residenti, aziende, titolari di attività economiche che vedono compromesso il loro futuro. I ricorsi parlano chiaro – concludono i Comitati dei cittadini -: sono state violate o falsamente applicate leggi e decreti legislativi, è stata portata avanti una procedura con la massima disinvoltura, manifestando eccesso di potere per difetto di istruttoria, manifesta illogicità e irragionevolezza, omessa integrazione del contraddittorio e per mancata preliminare Valutazione ambientale strategica (Vas)».