Macerata

Civitanova, «Qui non puoi fumare» e parte l’aggressione. Macchinista in ospedale

Il pestaggio è avvenuto alla stazione da parte di un gruppo di persone. Uno di loro è stato identificato. L'allarme dell'assessore Cognigni «Che i comuni limitrofi facciano qualcosa per debellare un sistema al collasso»

La stazione di Civitanova Marche

CIVITANOVA – «Non puoi fumare qui». E giù con il pestaggio. È successo questa notte, intorno alle 4:30, nella sala d’attesa della stazione di Civitanova Marche.
Vittima dell’aggressione un macchinista 44enne di San Severino Marche che stava per prendere il treno che lo avrebbe portato ad Ancona per lavoro.

L’uomo, non appena ha notato un cittadino magrebino fumare all’interno della stazione, gli ha subito chiesto di spegnere la sigaretta visto il divieto di fumare nei luoghi pubblici. Lo straniero, invece di seguire l’indicazione del macchinista, si è girato e gli ha sferrato un pugno chiamando poi tre connazionali che erano nei paraggi.

A quel punto il macchinista è stato picchiato con calci e pugni dal gruppo che, dovo aver avergli rubato lo zainetto, è poi fuggito.

Immediato l’arrivo sul posto del 118 e degli uomini della Polizia. Il settempedano è stato subito trasferito al pronto soccorso di Civitanova Marche.

L’assessore alla sicurezza Giuseppe Cognigni

«Grazie alla telecamere della stazione collegate con gli uffici comunali e della Polizia locale siamo riusciti a individuare uno degli aggressori che è stato interrogato – ha commentato l’assessore alla sicurezza del comune rivierasco Giuseppe Cognigni -. Il gruppo di cittadini magrebini, in evidente stato di ebbrezza, come è possibile notare dai filmati delle telecamere di videosorveglianza, ha colpito ripetutamente il macchinista solo perché quest’ultimo aveva chiesto a uno di loro di non fumare in sala d’attesa».

«La situazione, in questo periodo, è davvero particolare se consideriamo anche quanto avvenuto la notte di Capodanno – ha aggiunto Cognigni -. Noi, a Civitanova, cerchiamo di fare tutto il possibile ma è importante che anche i comuni limitrofi e le province vicine facciano qualcosa per debellare un sistema che ormai è arrivato al collasso, considerando che molte di queste persone che mettono in atto le aggressioni vengono dal vicino quartiere di Lido Tre Archi».

«Non possiamo continuare così perché gli unici che ci rimettono sono le brave persone che si svegliano la mattina alle tre per andare a lavoro, come avvenuto in questo caso» ha concluso l’esponente locale della Lega.