MACERATA – Lo avevano rincorso e acciuffato il 10 agosto scorso in corso Dalmazia i poliziotti del commissariato di Civitanova. Lui, un libico di 28 anni senza fissa dimora, aveva aggredito un agente e poi era stato arrestato sia per resistenza sia per detenzione di droga (aveva nove ovuli tra eroina e cocaina, ndr).
Ieri, giovedì 20 agosto, il pusher è stato notato, sempre dai poliziotti del commissariato, mentre si aggirava nella zona retrostante della stazione. Erano le 18. Gli agenti lo hanno subito riconosciuto e fermato per un controllo. Ed è stato così che anche questa volta gli hanno trovato addosso la stessa tipologia di droga, nella tasca dei pantaloni aveva 14 dosi, 4,15 grammi di eroina e 1,40 grammi di cocaina. Nella tasca interna del marsupio, invece, gli agenti hanno trovato 640 euro suddivisi in banconote da 50 e 20 euro e due banconote da 5. Con sé aveva anche due telefoni cellulari che sono stati sequestrati insieme a droga e soldi.
Portato in commissariato, il giovane, A.A. le sue iniziali, è stato dichiarato in arresto e posto, su disposizione del pubblico ministero di turno Enrico Barbieri, nella camera di sicurezza in attesa del processo direttissimo fissato per oggi. Questa mattina il 28enne è stato condotto in Tribunale a Macerata dove lo ha raggiunto l’avvocato di fiducia Antonio Renis. In attesa dell’inizio dell’udienza, si era disteso sulla panchina nella cella per detenuti all’interno dell’aula 1 ed è stato richiamato dal pubblico ministero Francesca D’Arienzo ad assumere un atteggiamento più rispettoso.
Nel corso dell’udienza il pusher ha deciso di rispondere alle domande del giudice Federico Simonelli e del pm. «La droga è per me, la fumo io», ha rivendicato aggiungendo che non ha una casa e che si arrangia a lavorare saltuariamente come bracciante; mentre sui soldi che aveva nel marsupio ha assicurato: «Me li ha mandati la mia famiglia dalla Libia». Il pubblico ministero ha chiesto l’applicazione del divieto di dimora nelle province di Macerata e Fermo, ma il giudice ha disposto, come chiesto dall’avvocato Renis, la misura meno afflittiva dell’obbligo di firma giornaliero e il pusher è tornato in libertà. Dovrà tornare in tribunale, per la prosecuzione della direttissima, il prossimo 24 settembre.