MACERATA – Lei sposata e madre, lui né coniugato né con prole, si erano conosciuti su Facebook e messaggio dopo messaggio avevano deciso di vedersi. È stato così che la donna aveva iniziato una relazione extraconiugale con un uomo che oggi ha 40 anni.
All’epoca (era febbraio del 2018) lei stava attraversando un periodo difficile con il marito e verso quell’uomo, di Civitanova ma originario del Casertano che aveva raccontato di lavorare in un cantiere navale ad Ancona, aveva provato dei sentimenti forti. Dopo due settimane però sarebbero iniziati i problemi: lui avrebbe iniziato a chiederle somme di denaro di cui aveva bisogno ora per problemi lavorativi, ora giudiziari. Prestiti che l’amante si era impegnato a restituirle appena possibile. In realtà versamento dopo versamento (sulla Poste pay di lui) la somma aveva raggiunto gli 11.000 euro e gran parte di quei soldi la donna li aveva presi dal conto corrente cointestato col marito. Tra febbraio e maggio di quell’anno la donna oltre a quel denaro gli avrebbe consegnato anche oro e preziosi appartenenti sia a lei sia ai suoi familiari, per un valore di 3.000 euro. Poi più nulla.
L’anno successivo i due si sarebbero risentiti, lei lo avrebbe ricontattato per riavere i soldi, ma poi avrebbero ripreso a frequentarsi e lui a richiedere altri soldi tanto che tra maggio e settembre del 2019 lei gli avrebbe dato altri 3.000 euro. Non solo. Avrebbe anche acceso un finanziamento per comprargli un cellulare da 1.200 euro e lui, a maggio di quell’anno, dopo aver ottenuto il primo cellulare, si sarebbe presentato allo stesso negozio di elettronica e avrebbe acceso a nome dell’amante, un altro finanziamento per 1.300 euro per l’acquisto di un secondo cellulare. Secondo la ricostruzione accusatoria, nel 2019, per ottenere altri soldi dall’amante, l’uomo l’avrebbe minacciata sia di rivelare al marito la relazione adulterina mostrandogli anche presunti filmini e foto di loro mentre compivano atti sessuali, sia di far del male al figlio, «Ti faccio ritornare a casa tuo figlio con la bava alla bocca» le avrebbe scritto in un messaggio. Oggi nel procedimento davanti al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata, Domenico Potetti, e del pubblico ministero Rita Barbieri, la donna si è costituita parte civile con l’avvocato Simone Santoro. L’imputato, accusato di truffa (sia tentata sia consumata) ed estorsione e difeso dall’avvocato Fabrizio La Rocca, è stato rinviato a giudizio.