Macerata

Civitanova danza, il programma della penultima serata

Al Rossini la serata sarà divisa in due momenti: aprirà l’onirico ‘Marte’ a firma dell’autore spagnolo Marcos Morau. Quindi "The real you" di Mauro Astolfi

Un momento delle precedenti serate di 'Civitanovadanza'

CIVITANOVA MARCHE- “Civitanova danza”, domani sera si celebra il venticinquesimo anniversario di Spellbound Contemporary Ballet. Si tratta della penultima serata del festival dedicato al maestro Enrico Cecchetti e promosso dal Comune, dall’Azienda Teatri, dall’Amat con il sostegno di Regione Marche e Ministero della cultura.  

La serata

Al Rossini la serata sarà divisa in due momenti: aprirà l’onirico Marte a firma dell’autore spagnolo Marcos Morau. «Marte – spiegano gli organizzatori di Civitanovadanza – oltre al dio della guerra, lo è della passione, della sessualità, della perfezione e delle bellezza: rappresenta quel pianeta vuoto e ostile che attende di essere colonizzato da un gruppo di giovani in una sorta di celebrazione nell’Europa del XXI secolo, con tutta la forza della sua gioventù e del suo desiderio. Infatti, piacere, desiderio e tensione sono gli elementi centrali di questo progetto».

L’autore

Lo spettacolo proseguirà poi con The real you di Mauro Astolfi. «È la costruzione di uno spazio dove poter ritrovare un valore essenziale – afferma il coreografo Mauro Astolfi -, una realtà ideale che potrebbe essere eterna. Cosa possiamo mettere davanti a tutto nella nostra vita per scoprire cosa siamo oppure cosa non siamo? È deciso che esistiamo solo come un risultato scientifico universalmente riconosciuto, o forse possiamo trovare un’identità al di fuori del modello cristallizzato di chi già ha pensato la nostra di vita? Partiamo con un’indagine della comunità dove viviamo e che conosciamo meglio e cerchiamo di non invecchiare sommersi da una moltitudine di prospettive teoriche. Cerchiamo in noi la determinazione per sottrarci alle regole che stabiliscono come dovremmo interpretare ad esempio la vita sociale. Lavoriamo per trovare da noi stessi il nostro ordine e il nostro conflitto preferito».