CIVITANOVA – Ai carabinieri aveva denunciato il compagno per stalking e lesioni, poi, dopo due mesi, era tornata da loro per ritrattare. Finisce nel registro degli indagati per calunnia e poi dal gup, in aula confessa: «Ho ritirato la denuncia su pressione del mio ex, in realtà era tutto vero quello che avevo dichiarato la prima volta». Questa mattina il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata Domenico Potetti ha emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti di una 20enne civitanovese e il pubblico ministero Enrico Riccioni le ha contestato in aula il reato di favoreggiamento. Il difensore della giovanissima, l’avvocato Pietro Antonio Siciliano, ha chiesto la messa alla prova e l’udienza è stata rinviata a settembre 2023.
La complessa vicenda era iniziata a ottobre del 2020 quando la giovane denunciò l’allora compagno per stalking e lesioni. Ai carabinieri portò anche i certificati medici relativi alle lesioni subite indicando, in aggiunta, i nomi di alcune persone informate sui fatti.
Nei confronti del giovane si aprì un procedimento e fu disposto il divieto di avvicinamento alla persona offesa. Poi a dicembre il colpo di scena. Qualche giorno prima di Natale, la giovane tornò dai carabinieri dicendo di essersi inventata quasi tutto, tutto tranne le lesioni per le quali aveva prodotto i referti. I carabinieri la segnalarono all’autorità giudiziaria per il reato di calunnia. Oggi, nell’udienza preliminare a suo carico in cui l’ex (per il quale è pendente il processo davanti al giudice Andrea Belli) si è costituito parte civile con l’avvocato Sandro Moroni, la 20enne si è presentata davanti al giudice per dare una spiegazione alle sue azioni pregresse. Ha confermato la veridicità di quanto riferito ai carabinieri la prima volta, a ottobre 2020, spiegando di aver ritrattato quelle dichiarazioni su pressione dell’ex. «Ero completamente soggiogata da lui», ha aggiunto. Il gup ha emesso sentenza di non luogo a procedere, il pubblico ministero le ha contestato il reato di favoreggiamento e per questo la 20enne, tramite il suo avvocato, ha chiesto di accedere all’istituto della messa alla prova.