Macerata

Civitanova, dopo il festival “Vita Vita” le proteste dei commercianti: «Noi della parte nord del corso penalizzati»

Corso Umberto I chiuso al traffico già alle 15, un gonfiabile in mezzo alla strada e nessuna attrattiva nella parte nord: tutte cose che non sono andate giù ad alcuni esercenti civitanovesi

Il festival Vita Vita a Civitanova

CIVITANOVA MARCHE- «Noi della parte nord del corso penalizzati da Vita Vita, tenere aperto è stata una rimessa». Parole di alcuni esercenti di corso Umberto I, che tracciano un bilancio amaro della serata di sabato 3 settembre, quando il centro città ha ospitato la serata conclusiva della diciannovesima edizione di “Vita Vita“. Si tratta del Festival internazionale d’Arte vivente, ideato da Sergio Carlacchiani e promosso da Comune e Azienda teatri. In particolare, sono gli esercenti della parte nord della via principale di Civitanova a protestare, perché, a loro dire: «Il corso è stato chiuso troppo presto e tutte le iniziative si sono concentrate in quella zona escludendo, di fatto, le altre attività».

Da sinistra, le negozianti Annalisa Turchi e Debora Pennesi

Dunque, per questi negozianti la serata di sabato è stata «un mortorio. Volevo lasciare il negozio aperto fino a mezzanotte – racconta Annalisa Turchi di Rossoporpora – Sono stata qui fino alle 23.20, praticamente per inerzia. Come si fa a chiudere il corso già alle tre di pomeriggio?. Dopo due anni di pandemia, questa doveva essere una festa per tutta la città, invece siamo rimasti esclusi in tanti. Qui, nella parte nord di corso Umberto, non si è vista anima viva. D’altronde, è così in ogni manifestazione: non veniamo minimamente ascoltati».

Stesso pensiero anche per Teresa Micucci di So Pretty. «Chiudere il corso già alle tre di pomeriggio? Un errore. Si poteva fare alle 20 di sera. C’è stata un’evidente perdita di incassi per tutti noi e poi quel gonfiabile davanti alla Romana ha allontanato le persone. Già l’abbigliamento è un settore in crisi, poi il Comune non ci ha mai aiutati per quanto concerne una riduzione delle tasse e altri aiuti. Se a questo, si aggiungono anche altre situazioni, il quadro diventa drammatico».

Modalità di gestione del festival che non sono andate giù nemmeno a Debora Pennesi di Anna Boutique. «Le attrattive avrebbero dovuto includere anche la nostra zona – spiega – , attraverso gli spettacoli itineranti, che invece si sono tenuti solo in determinati luoghi. Qualcuno ci ha rimesso, altri hanno chiuso le serrande direttamente alle 19.30. E quel gonfiabile ha agito come uno sbarramento. Così non va».