CIVITANOVA MARCHE – Due interrogazioni sulla questione delle aree pubbliche intitolate a Toro Seduto e a Sergio Ramelli. Ad annunciarle, è Francesco Micucci, capogruppo dem in Consiglio comunale che ha protocollato entrambe le richieste. Micucci definisce «di parte» la decisione di intitolare una via a Ramelli, «una scelta – incalza – che rischia di acuire divisioni piuttosto che rendere memoria ed onore a momenti di condivisione collettiva».
Via Ramelli
A non convincere il politico dem è anche un’altra e più complessa questione: la collocazione della stessa via, dove sorgono il Liceo Da Vinci e la scuola media Annibal Caro e il precedente. Via Ramelli, infatti, occuperà un tratto di via Nelson Mandela, così chiamata dopo che la giunta di centrosinistra dell’allora sindaco Tommaso Claudio Corvatta decise di cambiarle l’originario nome di via Giorgio Almirante, scelto in precedenza dalla giunta di centrodestra di Erminio Marinelli. Per chiarire, Sergio Ramelli fu un giovane militante di destra ucciso da gruppi di sinistra nel 1975 a Milano. Dunque, un politico collegato all’estrema destra prima, un militante della stessa area politica poi a cui si decide di dedicare lo stesso spazio pubblico, a ridosso di scuole frequentate da migliaia di studenti. È per questo che Micucci ravvisa nel voto della Commissione toponomastica guidata da Giorgio Pollastrelli jr una chiara indicazione politica: voler «marcare il territorio dal punto di vista politico».
Toro seduto
Nella seconda interrogazione, invece, Micucci fa riferimento alla questione del piazzale antistante la palestra comunale di Civitanova alta, che porterà il nome di Tatanka Yotanka, alias Toro Seduto, il capo indiano che combatté per difendere i territori dei nativi americani. L’ex consigliere regionale parte dalla dichiarazione dell’allora vicesindaco Fausto Troiani che in occasione della seduta del consiglio comunale del 27 luglio 2018, «si fece beffa anche di Anna Frank, sostenendo appunto che prima di Anna Frank avremmo dovuto intestare una via a Toro Seduto, anch’egli in rappresentanza di un genocidio». «Appare evidente a tutti – prosegue – che, sebbene si debbano rispettare tutti i morti e tutte le vittime, la “shoah” avvenuta durante la seconda guerra mondiale è di gran lunga più legata alla storia italiana e civitanovese, con cittadini anche locali vittime di quello sterminio e di quelle stragi avvenute durante la seconda guerra mondiale per mano nazi-fascista». Dunque, secondo Micucci si tratta di un gesto che rischia di «far cadere nel ridicolo la nostra città, una decisione – prosegue – che può ulteriormente sbeffeggiare la memoria di Anna Frank, accostandola a Toro Seduto, più di quanto questa amministrazione non abbia già fatto negando alla stessa l’intitolazione di uno spazio pubblico come memoria condivisa per tutti questi anni». Micucci contesta anche la mera intitolazione: «la realtà da cui proviene lo stesso – conclude – è completamente slegata dalla memoria collettiva civitanovese e nazionale».