CIVITANOVA – Insulti, sputi e minacce di morte per ottenere i soldi per la droga. Un 33enne civitanovese è accusato di maltrattamenti in famiglia ed estorsione aggravata. In base a quanto ricostruito nel corso delle indagini preliminari dal pubblico ministero titolare del fascicolo, il sostituto procuratore Rita Barbieri, l’apice delle violenze ci sarebbe stato a giugno del 2021 quando almeno tre volte a settimana il figlio avrebbe sottoposto i genitori a maltrattamenti fisici e psicologici attraverso insulti, minacce di morte e sputi reiterati nei confronti di entrambi. In un’occasione il giovane avrebbe puntato un coltello contro la madre, sputando addosso a lei e al padre. «Handicappati, pezzi di …, scemi» avrebbe urlato contro di loro.
Tutto questo, secondo l’accusa, per ottenere i soldi per andare ad acquistare la dose di stupefacente, 20 o 30 euro. Se i genitori si rifiutavano di assecondarlo lui si sfogava sui mobili di casa o sulle suppellettili.
Oggi in Tribunale a Macerata si è aperto il processo a suo carico davanti ai giudici del collegio presieduto dal magistrato Andrea Belli e al pubblico ministero d’udienza Stefania Ciccioli. Dopo l’apertura del dibattimento l’udienza è stata rinviata per iniziare a sentire i primi testimoni. La difesa, sostenuta dall’avvocato Sandro Moroni, rigetta gli addebiti: «Dimostreremo l’infondatezza delle accuse nel corso dell’istruttoria». La prossima udienza si terrà il 18 settembre.