CIVITANOVA MARCHE – ‘La nostra città’, la civica di riferimento a Vinicio Morgoni, striglia l’Amministrazione comunale in merito alle decisioni prese negli ultimi due mesi. «Come si fa a costruire vicino al Fiume Chienti?» è ciò che si chiedono gli esponenti con riferimento alla variante per la nuova area commerciale il via Aldo Moro.
La lista si era presentata alle scorse comunali in una coalizione composta da tre civiche – ‘La nostra città’, ‘Incroci’ e ‘Più Eco- Partito valore umano’ – con a capo il candidato Sindaco Vinicio Morgoni. Tuttavia il risultato elettorale non aveva permesso l’elezione di un rappresentante nell’Assise cittadino e lo stesso Morgoni, a ridosso del secondo turno, aveva deciso di dare il proprio appoggio al candidato del centrodestra Fabrizio Ciarapica, poi riconfermato Primo cittadino della città costiera. «Siamo – proseguono da ‘La nostra città’ – e restiamo orgogliosamente civici anche se non abbiamo ottenuto una rappresentanza in Consiglio Comunale. Ma a noi va bene così, ci siamo sempre proposti come forza di governo e non di opposizione per cui ci sta tutto, anche aver dichiarato l’appoggio all’Amministrazione uscente; così come ci sta prenderne le distanze per la diversità di vedute sullo sviluppo della città emersa nei Consigli Comunali successivi all’insediamento della Giunta». Morgoni e i suoi si riferiscono a due decisioni della Giunta, poi approvate a maggioranza anche in Consiglio comunale: le varianti per la concessionaria nella zona sud della città e quella relativa a palazzo Ciccolini. Nel primo caso, l’assise approvò il passaggio da verde a commerciale di una zona situata in via Aldo Moro, nelle adiacenze del ristorante ‘La serra’, autorizzando la costruzione di una concessionaria che sorge a pochi metri di distanza dal fiume Chienti.
«È opportuno trasformare un palazzo storico in un condominio popolare?». E’ il quesito posto da ‘La nostra città’ in merito a palazzo Ciccolini, un edificio risalente al 1600 situato tra le mura della città alta. In disuso da anni, il Consiglio ha approvato la variante che lo trasforma nella sede di 19 mini appartamenti di edilizia popolare, per i quali la Giunta intercetta un finanziamento della Regione.
«Civitanova è una città complessa – concludono – , i cui abitanti autoctoni non sono più la maggioranza, in cui lo sviluppo è stato ed è ancora irruento e forte economicamente, e richiede unico filo conduttore e una visione complessiva del futuro. Metà dei civitanovesi non ha votato, quindi chi governa lo fa con numeri sociali ridotti; ma tant’è che in democrazia è sufficiente e poco vale lamentarsi oggi».