MACERATA – 5.000 euro in cambio di protezione, ma se non avessero pagato avrebbe dato fuoco al night club. È stata questa l’ultima minaccia pronunciata da un muratore albanese di 33 anni nei confronti dei gestori di un locale notturno di Civitanova, prima di finire in manette.
Oggi il giovane è stato rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata, Claudio Bonifazi, (il pm in aula era Rosanna Buccini). Il processo a suo carico per estorsione tentata e consumata aggravate e lesioni aggravate, si aprirà a luglio del prossimo anno. La vicenda risale a due anni fa, secondo la ricostruzione accusatoria – il fascicolo è del sostituto procuratore Enrico Riccioni –; tra gennaio del 2018 e febbraio del 2019 il muratore, che vive con la famiglia a Potenza Picena, quasi a cadenza quotidiana trascorreva le serate in un night club di Civitanova dove avrebbe costretto il direttore e l’amministratore unico del locale notturno a tollerare che lui, a volte da solo, a volte in compagnia di suoi connazionali, effettuassero consumazioni al tavolo e si intrattenessero con le figuranti di sala senza passare per la cassa.
Ogni volta che i responsabili del locale o la cassiera gli chiedevano di saldare il conto che ammontava a centinaia di euro o lo invitavano ad avere un comportamento meno molesto e aggressivo sia nei confronti dei dipendenti sia verso gli altri avventori, lui avrebbe risposto con minacce: «In questa zona comandiamo noi albanesi», oppure: «Sappiamo dove abitate e veniamo a prendervi a casa», mostrando una volta un coltello un’altra una pistola. Ma non si sarebbe limitato alle minacce. Il 12 settembre del 2018 la cassiera gli aveva chiesto per l’ennesima volta di saldare i debiti ma lui avrebbe reagito cercando di colpirla al volto e minacciandola che l’avrebbe «fatta finire su una sedia a rotelle». Non solo. Il 27 gennaio del 2019, al culmine di una lite con i gestori ne aveva aggredito uno prima sferrandogli un calcio al volto e poi un pugno con il quale gli aveva provocato la rottura delle ossa nasali.
L’albanese avrebbe chiesto 5.000 euro al mese ai gestori del locale in cambio della sua protezione con la minaccia che se si fossero rifiutati, avrebbe dato fuoco al locale. I gestori, invece, si erano rivolti alla polizia e a marzo del 2019 gli agenti della Squadra Mobile insieme ai colleghi del locale Commissariato lo avevano arrestato. Oggi il rinvio a giudizio, l’albanese è difeso dall’avvocato Sante Monti.