CIVITANOVA – È accaduto ieri quando in centrale è arrivata una richiesta di intervento da parte di una donna di origine albanese. Sul posto indicato si è recata nel giro di pochi minuti una pattuglia del Radiomobile della Compagnia di Civitanova, i militari hanno chiesto al marito un documento di riconoscimento e la patente ricevendo per tutta risposta un: «Non stavo guidando, che c… volete da me, la patente non ve la do. È meglio per voi che chiamiate i rinforzi altrimenti sono c… vostri», per poi aggiungere: «Dai chiedimi di nuovo i documenti e ti faccio vedere io». A quel punto i militari hanno proceduto alla perquisizione personale dell’uomo, un 36enne albanese che però ha reagito spintonandoli. Quando uno dei due militari ha cercato di bloccarlo lui gli ha afferrato il polso torcendoglielo (cinque giorni di prognosi per un lieve edema con piccole escoriazioni da trauma contusivo distorsivo alla mano).
L’albanese è stato quindi accompagnato in caserma e lì il 36enne ha minacciato un altro militare: «Comunque vada te la faccio pagare cara, se perdo il lavoro ammazzo qualcuno». È finito in manette per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni e denunciato per rifiuto di indicazioni sulla propria identità personale. Questa mattina il 36enne, difeso dall’avvocato Marco Romagnoli, è stato condotto in Tribunale a Macerata per essere sottoposto a giudizio direttissimo davanti al giudice Francesca Preziosi e al pubblico ministero Stefano Lanari. Il giudice ha convalidato l’arresto e disposto i domiciliari con il permesso di andare al lavoro. L’udienza è stata rinviata al prossimo 19 novembre.