Macerata

Civitanova, nodo quote rose per la giunta. Nel centrosinistra Paglialunga parla di «fine della coalizione»

Mentre il centrodestra è alla prese con la composizione della giunta, invece, è ai ferri corti il rapporto tra Mirella Paglialunga, candidata sindaco non eletta, e il Partito democratico

La coalizione del centrosinistra in durante un evento in campagna elettorale

CIVITANOVA MARCHE- Conto alla rovescia per la nuova giunta civitanovese. Il primo Consiglio comunale è convocato per le 18 di sabato ed è in quel momento che si sapranno  i nomi degli assessori che amministreranno la città. Da sciogliere, infatti, ci sono alcuni nodi relativi agli equilibri della maggioranza. Il primo tra questi riguarda i Fratelli d’Italia: il partito della Meloni, chiede infatti, tre assessorati in qualità di lista più votata al primo turno.

Quote rosa

Un altro nodo riguarda le quote rose, che per legge, devono essere rispettate: se è facile prevedere una riconferma per quanto riguarda Barbara Capponi e Roberta Belletti, bisogna capire chi saranno le altre donne che comporranno la giunta. Ed è molto probabile che si andrà a pescare nella lista ‘Civitanova unica’, che è stata la seconda più votata di tutto il centrodestra, terza nell’intera competizione: in questo momento, il nome più quotato sembra essere quello della commerciante Manola Gironacci. Ciò che, invece, appare piuttosto certo è che, nonostante la richiesta espressa dal segretario nazionale di ‘Io Apro Rinascimento-Vittorio Sgarbi’ Umberto Carriera che ha parlato anche di un accordo pre elettorare con il primo cittadino, a Gianluca Crocetti non verrà assegnato l’assessorato alla cultura. Il sindaco Ciarapica, infatti, ha detto di voler continuare a tenere per sé tale delega, dopo l’esperienza maturata negli ultimi due anni.

Lo strappo

Nel centrosinistra, invece, è ai ferri corti il rapporto tra Mirella Paglialunga, candidata sindaco non eletta, e il Partito democratico. Lo stesso Pd, alcuni giorni fa, aveva diramato un comunicato in cui contestava alla Paglialunga la scelta di non aver voluto l’apparentamento con Silvia Squadroni, parlando di “mancato coraggio” e attribuendo a tale decisione uno dei motivi principali della sconfitta elettorale. Dal canto suo, Paglialunga ribatte e parla di «fine della coalizione del centrosinistra». Poi, analizza i numeri del primo e del secondo turno. «Mi ha sorpreso – spiega la Paglialunga – che il comunicato del Pd fosse uscito mercoledì 6 luglio, poco prima che ci riunissimo con tutti i rappresentanti delle varie liste del centrosinistra per concordare la linea politica dell’opposizione. Tuttavia Micucci, l’unico a presentarsi alla riunione, ha rivendicato questa analisi. Ma il mancato apparentamento non c’entra nulla con la sconfitta. Con Silvia Squadroni ci siamo viste per un paio d’ora circa, ma abbiamo concordato che era meglio non perseguire quella strada. D’altronde solo il Pd voleva a tutti i costi l’accordo. È bene poi ricordare come non sia stato evidenziato l’aumento dei miei voti al ballottaggio, 650 in più, mentre Ciarapica ne ha persi oltre mille. E per quanto concerne i voti di lista, la nostra ‘Ascoltiamo la città’, pur essendo una realtà messa su in poco tempo, ha ottenuto il 3,86% e Dipende da noi il 4,84%. Futuro in comune ha perso, invece, 150 voti rispetto al 2017, la Nuova città è passata dal 7,22% di cinque anni fa a 3,82% e il Pd è passato da 3.160 voti a 1.990, con l’aggiunta dei quattro candidati di Articolo Uno”. Secondo Paglialunga, l’analisi da fare è un’altra: «Le liste di Ciarapica – prosegue – , invece, al primo turno hanno totalizzato 8.224 voti: dunque, c’è da chiedersi come mai, in cinque anni, il consenso per il centrodestra sia aumentato mentre quello per il centrosinistra sia calato».