Macerata

Civitanova, palazzo Ciccolini si trasforma in alloggio popolare

Gli interventi saranno finanziati per 3,1 milioni di euro attraverso un fondo regionale, la restante parte sarà a carico del Comune

Il consiglio comunale a Civitanova

CIVITANOVA MARCHE- Il consiglio comunale adotta definitivamente la variante che cambia la destinazione d’uso di Palazzo Ciccolini da scuola media inferiore a destinazione residenziale pubblica. Lo storico edificio della città alta si trasforma quindi in alloggio popolare, con la realizzazione di 19 mini appartamenti. Questo quanto deciso dall’Assise in tarda serata di ieri (lunedì 28), con la questione che era collocata all’ultimo punto della seduta.

«La possibilità di ristrutturare un edificio storico e destinarlo ai fini abitativi è di gran lunga più ragionevole che lasciarlo nel completo abbandono», ha motivato l’assessora all’urbanistica Roberta Belletti ad inizio seduta. Gli interventi saranno finanziati per 3,1 milioni di euro attraverso un fondo regionale, la restante parte sarà a carico del Comune. «Non possiamo perdere – ha proseguito – un’occasione unica, avremo la possibilità di ristrutturare con soldi che vengono principalmente dal Pnrr».

La polemica

Critiche le opposizioni sul punto. Francesco Micucci del Pd solleva la questione dell’assenza dei parcheggi: «Vorrei capire da un punto di vista tecnico come sono stati predisposti i parcheggi». Dubbi anche da parte di Letizia Murri, di ‘Ascoltiamo la città’, che fa riferimento alle questioni dei vincoli urbanistici, trattandosi di un edificio storico tutelato dalla Sovraintendenza del Mic: «Ma come si farà a superare lo scoglio della sovraintendenza? La Sopraintendenza parla di restauro conservativo, qui invece sono previsti 19 appartamenti e una scala. Dei lavori che vanno a stravolgere completamente l’assetto».

Il resto della seduta ha riguardato mozione ed interrogazioni, soprattutto per quanto riguarda la sala slot di via Silvio Pellico. L’opposizione è tornata a chiedere il ritiro della delibera di giunta con cui il Comune autorizza l’apertura del locale, a seguito della bocciatura del Tar e del Consiglio di Stato. Niet da parte della maggioranza, con il Primo cittadino che spiega: «C’è una sentenza e quindi i nostri uffici non possono applicare la delibera e poi si pone il problema che in presenza di casistiche simili non avremmo una direttiva chiara. Solleciteremo la Regione a fornirci indirizzi preciso affinché non ci siano situazioni di ulteriore confusione».

I nodi

Duro l’attacco di Silvia Squadroni di SiAmo Civitanova: «Almeno di fronte all’ennesima sentenza del Consiglio di Stato che ci taccia di connivenza estranee, di aggirare la legge reguoanle, abbiamo uno scatto di dignità. Basta parlare con gli amici della Regione e i cinquecento metri devono essere presi in modo tale che si tutelino il più possibile tutti gli interessi della legge regionale».

«Il Comune può interpretare la legge regionale soltanto in maniera più restrittiva, non allargando le maglie. Quella non è competenza del Comune – ha attaccato Francesco Micucci – Mi auguro che prima o poi venga prodotto un regolamento, con un’indicazione chiara: se devo tutelare il cittadino in difficoltà perchè ha problemi psicologici e di salute o l’operatore economico io non ho dubbi da che parte stare. Mi auguro che anche quest’Amministrazione non abbia questo tipo di dubbi».