CIVITANOVA – Era il 23 maggio del 2019 quando, secondo la ricostruzione effettuata dalla Procura di Macerata (il fascicolo è del pubblico ministero Rosanna Buccini), alla fine della lezione un professore di un istituto superiore di Civitanova avrebbe avvicinato una studentessa 14enne e l’avrebbe presa per il collo. L’uomo, oggi 61enne, è finito sotto processo con l’accusa di abuso dei mezzi di correzione. In base a quanto denunciato dalla stessa studentessa, parte civile con l’avvocato Simone Santoro, quel giorno la 14enne era stata interrogata e l’interrogazione era andata bene, meglio della volta precedente, ma al momento dell’intervallo il professore l’avrebbe raggiunta nei corridoi e l’avrebbe sgridata per il suo andamento scolastico poi con una mano l’avrebbe afferrata per il collo stringendola per pochi secondi e spingendola contro un muro.
Per il professore, difeso dall’avvocato Claudio Baleani, è pendente il processo dinanzi al giudice del Tribunale di Macerata Vittoria Lupi. Questa mattina sono stati sentiti cinque testimoni: tre studentesse, una professoressa di religione a cui la vittima aveva raccontato il fatto e un’assistente all’autonomia di un ragazzino diversamente abile, compagno di classe della minorenne alla quale, dopo un po’ di tempo dai fatti, il professore aveva raccontato di essere stato denunciato da un’alunna.
«Eravamo in corridoio e stavamo parlando, poi è arrivato il professore e l’ha afferrata per il collo – ha raccontato oggi l’amica della studentessa -. All’inizio pensavo scherzasse invece poi ho visto il viso della mia amica cambiare e diventare più serio, ho visto i suoi occhi diventare lucidi. Poi il professore l’ha lasciata ed è andato via, noi siamo tornate in classe, l’ho vista agitata, c’erano dei segni rossi sul suo collo così le ho fatto una foto. Si è quasi messa a piangere. Dopo la lezione di inglese siamo andate a parlare con la professoressa».
La professoressa, di religione, è stata sentita anche lei come testimone: «Al termine della ricreazione ero in prossimità di recarmi al 2° piano e mi sono sentita chiamare per due volte da una mia studentessa: “Professoressa, professoressa le devo parlare di una cosa gravissima”, io le chiesi cosa era successo e lei mi rispose “Il professore mi ha preso per il collo e mi ha strattonato vicino al distributore delle bibite”. Io le ho subito detto “Ma che cosa stai dicendo? Non è possibile”, le ho chiesto se in classe fosse successo qualcosa e le mi ha risposto di no, che era stata interrogata e che aveva preso 7. La ragazza piangeva, era ansiosa, spaventata. Qualche giorno dopo ne abbiamo parlato in classe, qualcuno ha detto che quasi sicuramente il gesto del professore è stato interpretato male». A questa frase è intervenuto l’avvocato di parte civile: «Quindi se io la prendo per il collo a lei non importa?». «No, certo che lei ha ragione – ha risposto la prof. -, non gradirei lo facessero neppure per scherzo». Poi su domanda del difensore su come fosse l’imputato, la docente ha risposto: «Il professore è una persona tranquilla che ha sempre instaurato un rapporto costruttivo con i ragazzi».