CIVITANOVA – Ruba una bottiglia di Johnnie Walker da un supermercato, arriva la polizia e lui reagisce con spinte e strattoni: «Ve la faccio pagare, me…, quando esco vi vengo a cercare». Arrestato, questa mattina 2 dicembre ha patteggiato un anno e quattro mesi, pena sospesa, ed è tornato in libertà. Tutto è successo nel pomeriggio di mercoledì 30 novembre. Erano da poco passate le 17 quando al 112 è arrivata la segnalazione di un uomo dalla carnagione olivastra che aveva appena rubato una bottiglia di liquore dal supermercato Coal di via Carducci e si era allontanato nel vicino parcheggio. Mentre la persona che aveva segnalato il furto era al telefono con la sala operativa tenendo sotto controllo i movimenti del ladro, sul posto era intervenuta una pattuglia del commissariato.
Gli agenti lo hanno avvicinato e gli hanno chiesto i documenti, ma senza ottenere risposta, alla fine è scattata la perquisizione: dietro alla schiena, infilata sotto ai vestiti, aveva una bottiglia di Johnnie Walker. La bottiglia di whisky era stata aperta, gli agenti gli hanno chiesto dove l’avesse presa ma lo straniero avrebbe iniziato ad agitarsi tanto da portare i poliziotti ad ammanettarlo. L’uomo è stato fatto salire in auto per proseguire la perquisizione in commissariato ma durante il tragitto, in italiano corretto, avrebbe iniziato a minacciare gli agenti: «Ve la faccio pagare, me…, non ho fatto niente. Quando esco vi vengo a cercare». In commissariato l’uomo avrebbe dato in escandescenze prendendo a calci le porte scorrevoli dell’ingresso e sferrando un calcio anche a un poliziotto che a seguito di quell’aggressione ha riportato lesioni per 10 giorni di prognosi. Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale (e denunciato a piede libero per furto e lesioni) l’uomo, un pakistano di 32 anni domiciliato a Montecosaro, è stato posto ai domiciliari e questa mattina è stato portato in Tribunale a Macerata per la convalida dell’arresto dinanzi al giudice Andrea Belli e il conseguente giudizio direttissimo. Difeso dall’avvocato Vanni Vecchioli, il pakistano ha patteggiato con il pubblico ministero Francesca D’Arienzo la pena di un anno e quattro mesi di reclusione per tutti i reati contestati. Incensurato, l’uomo ha beneficiato della sospensione condizionale della pena ed è tornato in libertà.