SAN SEVERINO – Da qualche giorno i carabinieri della Stazione di San Severino insieme ai colleghi del Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia di Tolentino erano sulle tracce di una persona che, secondo gli investigatori, aveva aperto un nuovo canale di rifornimento della droga dalla costa verso l’entroterra. Nello specifico, in base a quanto ricostruito, un uomo sulla trentina ogni tre o quattro giorni partiva da Civitanova e si dirigeva nell’entroterra per spacciare cocaina. Lo faceva sempre di pomeriggio a bordo o di una Opel Zafira o di una Lancia Y e ieri 21 maggio i carabinieri della Stazione di San Severino hanno atteso il suo arrivo. L’alt è scattato verso le 17.30 alla rotonda in località Pieve. Il giovane si è fermato e, vistosi ormai scoperto, ha consegnato lui stesso la droga che aveva con sé, circa 22 grammi già suddivisa in dosi. I militari, però, ritenendo che l’uomo avesse altro stupefacente, hanno deciso di effettuare anche una perquisizione nell’abitazione dove l’uomo vive, a Civitanova, con la moglie e i figli piccoli.
E infatti dall’abitazione sono spuntati altri 36 grammi di cocaina. Una piccola parte era custodita in cucina, mentre il resto era stato nascosto nel sottoscala condominiale all’interno di un’intercapedine ricavata nel cartongesso. Oltre allo stupefacente i carabinieri hanno sequestrato anche i due telefoni cellulari in uso all’uomo, un bilancino di precisione, vario materiale utilizzato per il confezionamento delle dosi e la somma contante di 1.350 euro ritenuta provento dell’attività di spaccio. Posto ai domiciliari su disposizione del pubblico ministero di turno Enrico Riccioni, questa mattina 22 maggio il 30enne è stato condotto in Tribunale a Macerata per essere processato per direttissima. Dinanzi al giudice Daniela Bellesi e al pubblico ministero Francesca D’Arienzo il 30enne ha ammesso le proprie responsabilità, ha detto che lo scorso anno non aveva lavorato e per guadagnarsi da vivere aveva fatto una “stupidaggine”. Tramite il legale Gianluca Gattari, ha poi patteggiato la pena di un anno e dieci mesi di reclusione, pena sospesa, ed è tornato in libertà. La droga sequestrata, una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato oltre 6.000 euro.