CIVITANOVA MARCHE – «Ho scritto questa lettera soprattutto per far riflettere. Malati oncologici come me e tanti altri malati, da due anni continuano ad avere problemi di ospedalizzazione, ogni volta facciamo fatica a trovare posto negli ospedali e quindi, apprendere di Green pass comprati per poche decine di euro fa male». Dopo una lettera a cuore aperto in cui ha raccontato la sua indignazione seguita all’esplosione dell’inchiesta sui falsi Green pass all’hub Paolinelli di Ancona, la portopotentina Claudia Baiocco, portavoce del sindaco di Civitanova Fabrizio Ciarapica, ha ricevuto moltissimi messaggi di solidarietà e vicinanza, ma anche qualche critica relativa a chi ha interpretato le sue parole come una critica ai no vax.
Nella sua lettera ha deciso di metterci la faccia, raccontando la sua situazione di malata oncologica sottolineando le difficoltà dei malati gravi di poter trovare assistenza negli ospedali, dove i medici sono impegnati ad assistere malati Covid, spesso non vaccinati.
«La malattia mi è stata diagnosticata nel 2019, quando avevo 52 anni, e successivamente ho cominciato una terapia sperimentale con delle pasticche che posso prendere a casa. Per cui, a differenza di molti altri malati, non ho la necessità di andare sempre in ospedale, ma ogni 26-28 giorni per i controlli e ogni due-tre mesi per la Tac. Ma ogni volta ho paura e spero che non mi succeda nulla. Un’altra preoccupazione è per mia madre che, a 90 anni, curo a casa proprio perché non voglio portarla in ospedale e spero che possa terminare i suoi giorni così, tra le mura che conosce e le braccia delle sue figlie. Perché un altro pensiero importante è quello delle tante persone ricoverate che non possono avere al fianco il sostegno dei loro cari, per questo mi sento di dire a chi compra i Green pass: pensateci, perché mettete a rischio la salute dei più fragili».
Cosa ha pensato quando ha letto dell’inchiesta sulla compravendita dei Green pass?
«La prima sensazione è stata di grandissima indignazione perché ci sono persone che non possono accedere al vaccino e lo vorrebbero tanto, mentre noi che ci riteniamo in una società evoluta ci permettiamo di buttare via le dosi. Quindi, di fronte a Paesi che non hanno la possibilità, dovremmo chiederci a che punto siamo arrivati, quale senso di responsabilità e di etica abbiamo. L’altro sentimento che mi si è scatenato subito dopo è stato lo sconforto. Saremmo dovuti uscire migliori da questa pandemia e, invece, ci ha peggiorati. Siamo diventati più egoisti. Qualcuno mi ha detto che forse era un sentimento già latente nella nostra società e oggi è solo esploso, non lo so se sia così, ma è evidente che siamo diventati tutti più furbi e ce ne freghiamo delle persone più fragili».
Nella sue lettera, infatti, lei dà degli egoisti a chi compra Green pass falsi, perché?
«Perché non si rendono conto del male che possono fare a chi è in difficoltà di salute e ha una grave patologia».
Il suo messaggio di dolore e indignazione è stato capito?
«Dalla maggior parte delle persone, sì. Perché ho ricevuto tanti messaggi in cui mi si diceva che ho fatto bene a parlarne, poi c’è una minoranza che ha interpretato le mie parole come una battaglia sì vax contro no vax, cosa che non era assolutamente nelle mie intenzioni. Per me ognuno è libero di scegliere se vaccinarsi o meno, ma comprare una certificazione per pochi euro, per continuare ad andare a cena o al cinema come se si fosse vaccinati, quando in realtà non lo si è, non considerando che si può esporre a maggiori pericoli le persone fragili che si incontrano, fa davvero male. Sono garantista e sarà la giustizia a stabilire le responsabilità degli indagati. Ma se quanto emerso sarà confermato significa davvero che la nostra società ha subito una pesante involuzione e non ci meritiamo più niente».