CIVITANOVA MARCHE- «Spendete la vostra vita a coltivare il talento, non abbiate un piano b. La crisi del cinema? Bisogna allungare i tempi». Le parole di Giuseppe ‘Pupi’ Avati, il regista del film ‘Dante’ che questa mattina, al cineteatro Rossini, si è confrontato con 838 alunni delle scuole superiori civitanovesi, raccontando se stesso e il film sull’illustre letterato fiorentino. L’incontro, organizzato dall’associazione dantesca in collaborazione con il Comune e sponsorizzato da alcune realtà del territorio, ha visto protagonisti i ragazzi degli istituti Bonifazi, Itc Corridoni, Ipsia Corridoni, Leonardo e I.I.S. Da Vinci: prima c’è stato spazio per la proiezione della pellicola, poi i ragazzi hanno dialogato con Avati.
Le domande
Interessanti le domande poste dai ragazzi: «Quali sono stati i suoi punti di riferimento nel lavoro?», ha chiesto uno di loro. E Avati ha confessato che il suo faro è stato ‘Otto e mezzo’ di Federico Fellini «perché – ha spiegato – è uno strumento per raccontare se stessi in modo straordinario. Quando vidi quel film – erano gli anni ’60 – decisi di fare cinema. E non sono l’unico – ha aggiunto – ad aver iniziato la carriera da regista per aver visto ‘Otto e mezzo’. Per questo, se non l’avete ancora visto, vi invito a farlo e poi capirete il perché delle mie parole». Uno studente di nome Nicolò, che studia recitazione, ha chiesto come si faccia a diventare attore o regista e il regista bolognese ha chiarito che, per il primo dei due ruoli, «ci sono delle scuole di recitazione, che sono molto costose, ma nel frattempo si può provare a fare un provino, per confrontarsi con gli altri. Se hai sempre recitato devi metterti sulla piazza – ha consigliato – , non immaginarti un agente. Devi farti conoscere di persona dai registi, andare nelle case, però ci vuole coraggio e costanza. E non dovete avere un piano b, non cedere alla rinuncia. Bisogna avere dei grandi sogni, più il sogno è grande più è facile che si realizzi».
«Raccontare Dante è un’impresa unica, perché ha deciso di servirsi di Boccaccio?» è il quesito posto da un altro giovane. «Sono appassionato di libri, ho una collezione di testi su Dante sterminata – ha ricordato Avati – . Tuttavia non ho trovato mai un Dante umano in questi, l’unico che ha fatto una sua autobiografia fu proprio Boccaccio». Infine, sulla crisi del cinema: «In Francia – ha concluso – la gente va al cinema anche perché tra un’uscita al cinema e la programmazione passano 15 mesi. Così il cinema francese non ha avuto il 48% di persone in meno rispetto a noi. Aumentare la distanza tra uscita nelle sale e pubblicazione in tv aiuterebbe molto il settore. La seconda cosa è che le serie tv non hanno bisogno degli stessi aiuti dei film. Netflix, ad esempio, non ha bisogno di essere detassata».
Le scene del film ‘Dante’ di Pupi Avati sono tratte dal libro ‘L’altra fantasia’, dello stesso autore.