Macerata

Dalla cocaina alla chetamina, in due nei guai per spaccio tra Macerata e Urbisaglia

L'attività d'indagine era nata dall'arresto di un 36enne. Sui cellulari dei due indagati sono stati trovati numerosi messaggi con 15 clienti. Dopo ulteriori riscontri la Procura ha chiuso le indagini preliminari

I carabinieri di Tolentino

URBISAGLIA – Dall’eroina alla cocaina, dall’hashish alla marijuana, ma anche chetamina ed Mdma, con un giro di affari di migliaia di euro. Un giro di affari che i carabinieri della Compagnia di Tolentino, guidata dal maggiore Giulia Maggi, hanno ricostruito rileggendo uno ad uno tutti i messaggi inviati e ricevuti da due presunti pusher con i rispettivi clienti, in totale 15 di età comprese tra i 25 e i 55 anni. Di recente, sulla scorta del quadro probatorio ricostruito dai militari, il pubblico ministero Enrico Barbieri ha chiuso le indagini preliminari a carico di due giovani, un 35enne di Macerata e un 36enne di Urbisaglia, indagati per plurime cessioni di stupefacenti avvenute tra il 2017 e il 2022.

L’attività investigativa era scaturita dall’arresto del 36enne di Urbisaglia che il 26 agosto del 2021 era stato trovato in possesso di circa 250 grammi di hashish, più di 40 grammi di Mdma, funghi allucinogeni e 8 pezzi di oppio del peso di circa 50 grammi. Non solo. All’interno di un capanno perquisito all’epoca era stata trovata una piccola serra per la coltivazione fai da te, con sei piante di marijuana già alte più di un metro e bottiglie di fertilizzante. Dopo l’arresto i militari dell’Aliquota operativa avevano chiesto al pubblico ministero l’analisi forense del cellulare dell’arrestato per poter risalire al canale di approvvigionamento della sostanza. Dai contenuti delle conversazioni e dai contatti infatti erano emersi elementi a carico di un 35enne di Macerata ritenuto essere il potenziale fornitore. Ne era seguita una perquisizione delegata dall’autorità giudiziaria. Era il 25 febbraio dello scorso anno. I sospetti si erano rivelati fondati: il trentacinquenne aveva 200 grammi di hashish. Anche per lui erano scattate le manette e anche il suo cellulare era finito sotto la lente degli inquirenti portando ulteriori riscontri. Su quel telefono infatti i carabinieri trovarono numerosi contatti con persone note per essere consumatrici di stupefacenti. I contatti erano stati trovati soprattutto sulle applicazioni social Instagram, WhatsApp e Messenger.

Un consistente numero di messaggi, dal contenuto più o meno esplicito, facevano riferimento per gli investigatori a incontri finalizzati alla cessione delle droghe o alla necessità di rientrare di crediti per cessioni già avvenute (un debito è stato saldato, nei confronti di una persona residente in Spagna, attraverso bonifico bancario utilizzando le generalità della nonna). Sia nel primo che nel secondo cellulare c’era un ripetitivo uso di aggettivi, cifre, quantità, luoghi e orari, che per i militari farebbero presumere incontri finalizzati alla consegna degli stupefacenti. All’analisi dei cellulari avevano fatto seguito accertamenti condotti con metodi tradizionali (sommarie informazioni testimoniali, riconoscimenti fotografici, accertamenti nel territorio e servizi di osservazione) che hanno consentito di ricostruire l’attività di spaccio. Al maceratese sono contestate numerose cessioni di eroina, cocaina, hashish e marijuana, mentre per il 36enne di Urbisaglia sono state ricostruite cessioni di cannabinoidi, chetamina, Mdma, con un giro di affari di migliaia di euro. I due indagati sono difesi dagli avvocati Alessandro Marcolini e Anna Quercetti.