Macerata

Tentò di colpire il comandante dei carabinieri di Porto Recanati, barista condannata

Due mesi e 20 giorni per resistenza a pubblico ufficiale, è stata invece assolta dall'accusa di lesioni. Dovrà risarcire 800 euro al luogotenente Giuseppino Carbonari

PORTO RECANATI – Aveva urlato contro il comandante della locale Stazione dei carabinieri, il luogotenente Giuseppino Carbonari, cercando di colpirlo con un calcio poi, quando il militare aveva cercato di condurla in caserma tirandola per un braccio, erano caduti entrambi. Ma mentre per la donna la caduta non aveva avuto conseguenze, il comandante riportò la frattura pluriframmentaria di radio e ulna (prognosi di 40 giorni) e fu operato la mattina successiva all’ospedale di Civitanova.

L’avvocato Vanni Vecchioli

La donna, una barista potentina di 47 anni, all’epoca fu arrestata per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni (il fatto è del 29 agosto 2020) e oggi si è chiuso il processo per direttissima celebrato in Tribunale a Macerata davanti al giudice Marika Vecchiarino e al pubblico ministero Luisella Tassi. La barista, tramite il proprio legale, aveva richiesto di accedere al rito abbreviato ed è stata condannata a due mesi e venti giorni di reclusione, pena sospesa, per il reato di resistenza a pubblico ufficiale e al pagamento di 800 euro come risarcimento al luogotenente Carbonari che si era costituito parte civile con l’avvocato Vanni Vecchioli, più le spese di costituzione e quelle processuali. È stata invece assolta dal reato di lesioni (al militare) con la formula “perché il fatto non costituisce reato”. Il pubblico ministero, invece, aveva chiesto l’assoluzione per entrambi i reati.

La sera del 29 agosto di due anni fa, era un sabato, la donna si era recata in caserma quando era arrivata una pattuglia che aveva appena concluso un servizio. Il luogotenente era stato avvicinato dalla barista che in stato di agitazione gli avrebbe urlato: «Non valete un c…, siete delle teste di c…, qui è sempre chiuso e non c’è mai nessuno». Il comandante le si era avvicinato chiedendole di fornire le proprie generalità ma lei avrebbe reagito urlando: «Non vi do un c…, non ti conosco, che c… vuoi. Maresciallo sei una testa di c…» e sferrando un calcio che Carbonari riuscì ad evitare. Il militare la prese per un braccio ma entrambi caddero a terra. Oggi dunque, la discussione e la sentenza.