Macerata

Erano in comodato nella casa della zia a Civitanova: «Si sono presi pure i termosifoni»

Coppia accusata di appropriazione indebita. La vittima oggi si è costituita parte civile e ha chiesto 100.000 euro di risarcimento. Sarebbero spariti sanitari, caldaia, un letto, un armadio e altro ancora

Il tribunale di Macerata

CIVITANOVA – Prima di andare via dalla casa della zia di lei l’avrebbero depredata portando via di tutto, dal letto matrimoniale a un armadio, staccando via i sanitari del bagno, una caldaia a gas e cinque termosifoni. Una giovane coppia lei 35enne lui 31enne, ora, è accusata di appropriazione indebita. La vittima oggi si è costituita parte civile nel procedimento a carico della nipote e del compagno chiedendo 100.000 euro di risarcimento.

Gli avvocati Giada Micucci e Simone Santoro

La vicenda oggetto del procedimento pendente davanti al giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Macerata Giovanni Maria Manzoni, risale ad aprile dello scorso anno. Qualche tempo prima un’anziana civitanovese proprietaria di un immobile che si trova in pieno centro aveva deciso di dare l’immobile in comodato alla nipote. In quell’appartamento si erano stabiliti la giovane e il suo compagno, poi la zia di lei, avendo la necessità di rientrare nella disponibilità dell’immobile, aveva chiesto alla nipote di restituirglielo. In base a quanto denunciato all’epoca dall’anziana, la coppia non solo non avrebbe liberato l’appartamento nei tempi richiesti ma si sarebbe portata via di tutto cannibalizzando di fatto l’immobile. All’appello infatti sarebbero mancati: un letto matrimoniale in legno comprensivo di due comodini sempre in legno, un comò, un armadio in legno, tutti i sanitari del bagno che si trova nella mansarda, un tavolo con le annesse sedie, un lampadario e tutte le plafoniere che erano nell’appartamento. Ma non solo. Nipote e compagno avrebbero anche staccato e portato via la caldaia a gas e cinque termosifoni.

Al rientro nell’immobile l’anziana aveva trovato la devastazione. Dopo la denuncia la Procura aveva aperto un fascicolo a carico della coppia per appropriazione indebita. Oggi nell’udienza preliminare (gup Giovanni Maria Manzoni e pm Rita Barbieri) la vittima si è costituita parte civile con l’avvocato Silvia Vigoni chiedendo un risarcimento di 100.000 euro per i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti. I due imputati nelle ore precedenti avevano nominato come avvocati i legali Simone Santoro e Giada Micucci e oggi in aula i difensori hanno chiesto un termine a difesa per poter visionare gli atti. L’udienza è stata rinviata al prossimo 1 febbraio.