MACERATA – La chiusura in zona rossa di parrucchieri, barbieri ed estetiste, già annunciata ieri per la provincia di Macerata, e prevedibilmente confermata nel primo Dpcm firmato dal governo Draghi che entrerà in vigore da sabato (6 marzo), ha messo in allarme Confartigianato Imprese Macerata – Ascoli – Fermo che chiede alla Regione Marche di intervenire nei confronti del governo per una reale politica di ristori.
«Il nuovo Dpcm ci preoccupa – commenta Daniele Zucchini, presidente della sezione acconciatori di Confartigianato -, sia a causa dell’ufficializzazione di sospendere le attività in zona rossa, sia perché arriva in un momento forse tra i più critici dall’inizio della pandemia, in cui i cali di fatturato sono sempre più importanti e i ristori tardano ad arrivare. Chiediamo di intervenire con forza nei confronti del governo sia sulla leva fiscale che per una azione reale di sostegno e ristoro economico dignitoso, ponte in attesa della efficacia dei vaccini, a supporto delle nostre attività duramente colpite da chiusure e limitazioni agli spostamenti che rischiano di mettere in ginocchio l’intero settore. Un comparto che conta oltre 5mila imprese fra estetiste e acconciatori e una forza lavoro che supera le 10mila unità e che ha sempre lavorato con grande professionalità applicando le regole con la massima diligenza, rispettando tutte le misure previste».
Senza reali sostegni e ristori immediati, infatti, per Confartigianato tante attività rischiano di non riuscire a ripartire. Soprattutto ora che, con l’ordinanza che il governatore Acquaroli firmerà oggi, con il passaggio alla zona rossa nel Maceratese tutte le attività saranno sicuramente chiuse fino al 14 marzo. «Il comparto benessere è in sofferenza già da tempo per il pesante calo della clientela, fermi restando tutti i costi fissi che incidono sulle attività in maniera importante – aggiunge Eleonora D’Angelantonio, responsabile Confartigianato benessere -. Chiediamo, quindi, alla Regione ristori realmente adeguati a compensare le perdite subite dalle imprese, sia dal punto di vista della quantità delle risorse messe in campo, che della commisurazione con i cali di fatturato. Le nostre imprese hanno bisogno prima di tutto di certezze e di chiarezza, e di ristori che consentano di mantenere in vita le proprie attività».