MACERATA – «Con la collaborazione ne verremo fuori». Il dottor Marco Sigona, noto dermatologo dell’ospedale di Macerata risultato positivo al Coronavirus, ha deciso di intervenire sulla situazione che lo riguarda in prima persona. Giovedì 5 marzo era stato chiuso in via precauzionale fino all’11 marzo il reparto dove lavora il dottor Sigona.
«Non so se sono il paziente 0 a Macerata ma sicuramente, in questo particolare momento, sono un paziente come tanti altri che si trovano nella mia stessa situazione in Italia. Mi rivolgo a voi, Organi di Stampa, accingendomi a scrivere queste due righe con il preciso intento di evidenziare quanto sia importante non nascondere un proprio momento di difficoltà fisica e psicologica ma renderlo pubblico e condividerlo con tutte le persone care, sia appartenenti alla comunità scientifica che con i tanti amici che ogni giorno mi inviano gesti d’affetto. Questa situazione del Coronavirus, a cui molti di noi, me compreso, pensavano di essere immuni è invece un qualcosa su cui dobbiamo porre tanta attenzione. Avrei banalizzato anche io i miei sintomi confondendoli con il classico raffreddamento stagionale, anche perché anamnesticamente non avevo fattori di rischio cosi eclatanti per il contagio. Poi, però, non lo nascondo, il fatto di essere medico mi ha spinto a voler a tutti i costi approfondire il perché di quella febbre a 37,2, 37,5 che si abbassava al mattino e si rialzava la sera e non trovava mai uno stop. Il 5 marzo, dopo 7 giorni che ero già in malattia presso il mio domicilio, sono riuscito ad effettuare il tampone nasale e la diagnosi è stata immediata. Ora finalmente potevo dare un nome alla mia incertezza diagnostica. Fatta la diagnosi sono scattate le misure precauzionali d’isolamento per me e per la mia famiglia ed è partito subito un rapporto di collaborazione ottimale con la Direzione della mia Area Vasta 3. In particolare ho trovato nel personale del Dipartimento di Prevenzione un modo fraterno e confortante di affrontare la particolarità della situazione, colleghi che con una serenità unica mi hanno coinvolto nel ricostruire passo dopo passo i miei movimenti. Ho messo a loro disposizione la mia vita professionale pubblica e privata cercando di non omettere fatti importanti, ma credetemi, non è facile ricostruire tutta l’attività di una persona professionalmente impegnata su tanti fronti. Questi operatori fanno un grande lavoro, in un momento così difficile, sono angeli a cui ci si attacca nell’estrema fragilità. A loro il mio più grande ringraziamento. La mia famiglia sta bene ed anche io, gestisco la malattia al bisogno con farmaci sintomatici, tachipirina ed aereosol e mi avvio in questo cammino verso la guarigione che sarà ancora di un lungo isolamento e anche di noia. La struttura ospedaliera dove lavoro giustamente è stata messa in quarantena ed al momento non mi risultano altri positivi. Ho chiuso anche la mia attività privata che riaprirò non appena avrò certezza della fine di questa vicenda e della mia completa guarigione scusandomi per il disagio che posso aver arrecato a tutti i miei pazienti. Attraverso queste due righe voglio rafforzare il messaggio del rispetto che dobbiamo avere delle nome procedurali nei confronti del Coronavirus, sottolineo l’importanza di una particolare attenzione per gli anziani e soprattutto di non trincerarsi dietro lo spirito della paura, perché con la paura siamo perdenti ma con la collaborazione riusciremo a venirne fuori più forti».