Macerata

Coronavirus, ospedale a Camerino per AV3: il sindaco Sborgia scrive al presidente Conte

Un ospedale da campo, la garanzia di misure economiche per il sostegno delle attività e dei lavoratori, l'implementazioni del trasporto pubblico locale: queste le esigenze del primo cittadino

A sinistra il capogruppo Gianluca Pasqui a destra il sindaco Sandro Sborgia

CAMERINO – Evacuato l’ospedale di Camerino per fare posto ai pazienti positivi al Covid-19. Domenica 8 marzo, alle ore 12:00, è arrivata al sindaco Sandro Sborgia la comunicazione, da parte della direttrice dell’Asur Marche Nadia Storti, che il nosocomio camerte sarebbe diventato punto di riferimento per il Coronavirus per l’intera Area Vasta 3.

Nel tardo pomeriggio di ieri (9 marzo) il sindaco, insieme ai consiglieri di maggioranza e di opposizione, ha tenuto una conferenza stampa per chiedere al Governo, alla Protezione Civile e alla Regione, misure adatte per un territorio già martoriato dal sisma.

«Questa è una situazione che ci deve vedere tutti uniti perché si tratta di una emergenza nazionale che va affrontata con senso di responsabilità – ha spiegato il primo cittadino -. L’ospedale è interdetto e dedicato solo ed esclusivamente alle persone affette dal Cornavirus; rimangono in funzione il pronto soccorso e la farmacia ospedaliera. Una decisione adottata senza alcun preavviso e confronto direttamente dall’autorità regionale – ha proseguito il sindaco -. Atteso che ci saranno degli effetti durissimi per la nostra popolazione già fortemente provata dalle conseguenze dovute al terremoto; questo non sarà un colpo indolore e costituisce un terremoto nel terremoto».

«Questa mattina (ieri, ndr.) siamo andati in regione con l’Arcivescovo Massara per spiegare quali fossero le nostre ragioni per cercare eventualmente di evitare questo provvedimento – ha continuato Sborgia -. Siamo consapevoli delle responsabilità che ognuno di noi ha ma non potevamo sottacere tutte le perplessità e le preoccupazioni che una decisione di questo tipo comporterà per il territorio della nostra città. Abbiamo rappresentato tutta la nostra contrarietà sui modi in cui questa decisione ci è stata calata dall’alto; avremmo preferito un confronto. La nostra struttura ospedaliera dall’oggi al domani si è vista riconvertita come capace di affrontare una emergenza come quella che stiamo tutti quanti vivendo. Era doveroso per noi rappresentare le difficoltà che ci hanno sottolineato le persone che vivono in questo territorio. Non solo era doveroso rappresentare quelle che saranno le ripercussioni sul tessuto sociale ed economico ma anche sull’Università che al momento rappresenta l’unico motore di Camerino».

«Nonostante ciò ci è stato riferito dal presidente Ceriscioli che la decisione era scaturita da una valutazione fatta da tecnici – ha spiegato il sindaco -. Abbiamo quindi stilato un documento, dopo il confronto con tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione, che sarà trasmesso al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al Presidente della Regione Luca Ceriscioli, al Commissario Angelo Borrelli e alla prefettura di Macerata».

Nella missiva si lamenta il fatto che l’iter sia stato effettuato in «totale autonomia senza alcuna condivisione con le amministrazioni comunali interessate». I rappresentanti evidenziano inoltre «l’inopportunità di una così rapida riconversione del nosocomio in cui opera personale che non risulta sia stato preventivamente formato e addestrato per far fronte a una tale emergenza», «le forti perplessità in ordine a una scelta di una città la cui popolazione è già gravemente fiaccata dalle conseguenze del sisma del 2016», «la presenza nel territorio di una popolazione composta per la stragrande maggioranza da anziani già fortemente provati ed esposti a un rischio di contagio», «l’oggettiva chiusura di una intera struttura ospedaliera da sempre punto di riferimento di un territorio montano» e «le ripercussioni di tale scelta sull’Università di Camerino, sul futuro della stessa e sull’intera economia del territorio».

«Il presidente della Regione ha dimostrato la totale chiusura in merito alla decisione presa e tenuto conto di tutto ciò – si legge nella lettera – chiediamo l’installazione immediata di un ospedale da campo con presidio di pronto soccorso per le esigenze della popolazione dell’intero territorio montano non contagiato; lo spostamento di altre strutture immediatamente disponibili presenti nel territorio comunale e già individuate dall’amministrazione per tutti i presidi ambulatoriali e gli uffici amministrativi; di garantire misure economiche volte al sostegno di tutte le attività produttive professionali e dei lavoratori dipendenti ricompresi all’intero del territorio montano di cui l’ospedale è punto di riferimento e di implementare il trasporto pubblico locale con servizi straordinari al fine di garantire il giusto collegamento di tutta l’area montana oltre a un incontro con il presidente del Governo, quello della Regione e il Commissario».

Vicino al sindaco Sborgia il capogruppo di Radici al Futuro Gianluca Pasqui che ha spiegato che «non ci saranno strumentalizzazioni ma siamo al fianco di chi si trova in un momento difficile a dover portare avanti le sorti della nostra gente. Mi risulta impossibile pensare che non poteva esserci una alternativa a questa scelta presa così velocemente e senza un confronto smantellando un gioiello sanitario che serve ai nostri padri, ai nostri figli e alla nostra gente. Chiediamo di ristabilire subito un ospedale, seppur da campo, altrimenti salveremo i malati che hanno il Coronavirus ma uccideremo l’altra parte della popolazione» ha concluso Pasqui.